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Passing di Rebecca Hall: recensione

Rebecca Hall, per il suo esordio alla regia, fa di Passing un film rigoroso, silenzioso e suggestivo che ha bisogno di essere sentito, filtrato attraverso ogni gesto e sguardo tra le due protagoniste. La recensione del film visto alla Festa del Cinema di Roma

PASSING - (L-R) ANDRÉ HOLLAND as BRIAN and TESSA THOMPSON as IRENE. Cr: Emily V. Aragones/Netflix © 2021

New York è bellissima, invasa dal sole, brulicante ed esageratamente calda, piena di opportunità per coloro che ne hanno il permesso. Un’energia caotica e malinconica invade ogni spazio. È chiaro dall’inizio che il modo in cui i personaggi decideranno di muoversi l’uno intorno all’altro condividendo l’ambiente che li attornia sarà più importante di qualsiasi parola possano dirsi.

Rebecca Hall, per il suo esordio alla regia, fa di Passing un film rigoroso, silenzioso e suggestivo che ha bisogno di essere sentito, filtrato attraverso ogni gesto e sguardo tra le due protagoniste.

Irene vive a Harlem, porta avanti con efficienza e dedizione il ruolo che si è ritagliata di madre e moglie, Claire ha lasciato casa sua, lo ha fatto in modo permanente, ha deciso di vivere da bianca, ha vinto la sua scommessa ma l’incontro con la vecchia amica fa riemergere i suoi tormenti. Hall ci racconta la storia di due donne nere dalla pelle chiara e lascia a loro due, al loro sguardo, questo affresco sul razzismo in un Paese in cui le Jim Crow Law di fatto avevano creato e mantenuto la segregazione.

Il bianco e nero, splendidamente utilizzato dalla fotografia di Edu Grau, sottolinea il consapevole e pacato disagio psicologico delle due donne.

Claire ha piegato la sua identità in un modo che Irene non vorrebbe neanche sognare, ma l’illusione di libertà che irradia di fronte ai suoi occhi rende il suo piccolo universo ancora più claustrofobico, sigillata in una prigione che lei stessa ha creato.

Tessa Thompson è straordinaria come Irene, il suo personaggio così sicuro e algido piano piano viene animato dall’inquietudine e dal desiderio, inizia una guerra silenziosa nella sua mente e ogni indizio è presente sul suo corpo.

Ruth Negga invece è ipnotica e civettuola, quasi eterea, come se non appartenesse a niente se non a suoi desideri, il suo unico appiglio è l’insostenibile leggerezza del suo essere.

Possiamo interpretare il titolo in relazione alla razza, ma Rebecca Hall cerca di allargare i confini a una serie di pregiudizi più ampia, dalla posizione sociale alla classe, alla sessualità. Irene, a un certo punto, chiede al suo amico scrittore «Stiamo tutti passando per qualcos’altro, vero?», perché se Claire ha affrontato il passaggio nel modo più radicale possibile, Irene non vuole guardare troppo lontano, non vuole che il suo mondo vada in frantumi, che i suoi figli crescano con l’idea che un nero possa vivere sotto costante minaccia, che la stessa parola negro possa essere pronunciata in sua presenza.

Ma allo stesso tempo detesta l’apertura e la sensualità disinibita di Claire, l’incoscienza e la sua deliberata sovversione dei ruoli, chiacchierando con la cameriera. La loro vita è una costante negazione, una pesante illusione enfatizzata anche dai loro costumi, sia Irene che Claire non lasciano mai casa senza indossare il cappello, le perle, i guanti e le scarpe lucide, questa è la loro unica armatura.

Passing di Rebecca Hall (USA, 2021 – 98 min)
Interpreti: Tessa Thompson, Ruth Negga, André Holland, Bill Camp, Gbenga Akinnagbe, Antoinette Crowe-Legacy, Alexander Skarsgård
Sceneggiaura: Rebecca Hall, basato sul romanzo di Nella Larsen
Montaggio: Eduard Grau
Musica: Devonte Hynes

RASSEGNA PANORAMICA
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Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine
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