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The Last Duel di Ridley Scott: recensione, #Venezia78 – Fuori Concorso

The last duel, sulle tracce delle origini stesse del cinema di Ridley Scott, è un dramma storico ambizioso, coinvolgente e avvincente, forse non aggiunge niente al genere ma sa come sfruttare tutti i tropi. Fuori Concorso a #Venezia78 la recensione

Jodie Comer as Marguerite de Carrouges in 20th Century Studios' THE LAST DUEL. Photo credit: Patrick Redmond. © 2021 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Ridley Scott, quando ancora era un esordiente, nel 1977, diresse un film tratto da una storia di Joseph Conrad, I Duellanti, quando sono uscita dalla sala non ho potuto fare a meno di ripensarci, in The Last Duel ci sono tutta la meraviglia e la bellezza quasi indescrivibili che sperimentai guardando il suo primo film.

I paesaggi all’alba, gli interni sovraffollati e torbidi, i corridoi poco illuminati e i giardini splendidamente rischiarati dal sole. Immagini quasi tattili corredate da quell’attenzione ai piccoli dettagli che già allora era notevole. Anche lì i due protagonisti erano gemellati da una cieca ed eccentrica questione d’onore, animati e condannati da quell’ossessione in cui la morte può essere l’unica e l’ultima cosa a darti soddisfazione.

The Last Duel è diviso in tre capitoli e ognuno di loro racconta la stessa storia, vissuta e precipita con occhi diversi dai tre protagonisti. Un triangolo amoroso al cui vertice deve esserci un uomo solo. Jean de Carrouge, interpretato da Matt Damon, taciturno e sanguinario, votato alla missione di annientare i nemici della Corona; Jacques Le Gris, un affascinante Adam Driver, impenitente donnaiolo, arguto e manipolatorio. E alla fine Marguerite, Jodie Comer, l’eroina nonostante tutto e tutti.

Siamo nella Francia del quattordicesimo secolo, non c’è spazio per la compassione, ci sono i dominatori e i dominati, il mondo affettivo che circonda questi personaggi è tormentato e teso, regolato dall’impulso a ripagare con la stessa moneta ogni torto subito.

Il duello è l’unica sequenza non soggetta a uno sguardo personale, oggettiva e orchestrata in modo superbo, la macchina da presa scende e si avvicina incessantemente ai corpi coinvolti, tagliando avanti e indietro tra i soggetti e allontanandosi dall’azione quando vuole cogliere le reazioni degli spettatori.

Questo dramma storico è ambizioso, coinvolgente e avvincente, forse non aggiunge niente al genere ma sa come sfruttare tutti i tropi.

Interpreti: Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck, Harriet Walter, Marton Csokas, Nathaniel Parker
Sceneggiatura: Nicole Holofcener, Ben Affleck, Matt Damon – dal romanzo “The Last Duel” di Eric Jager
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Claire Simpson
Scenografia: Arthur Max
Costumi: Janty Yates
Musica: Harry Gregson-Williams
Suono: Oliver Tarney
Effetti visivi: Gary Brozenich, Jessica Norman

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
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Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine
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