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Jusqu’à la garde di Xavier Legrand la conferenza stampa a Venezia 74

Jusqu’à la garde (l’affido) di Xavier Legrand Francia / 90’, in concorso a Venezia 7 4- la conferenza stampa

Cast: Denis Ménochet, Léa Drucker, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux, Saadia Bentaïeb, Sophie Pincemaille, Emilie Incerti-Formentini
Sceneggiatura: Xavier Legrand
Fotografia: Nathalie Durand
Montaggio: Yorgos Lamprinos

Dopo il divorzio Myriam (Léa Drucker) e Antoine Besson (Denis Ménochet) “combattono” per l’affido del figlio Julien (Thomas Gioria). Myriam cerca di ottenere l’affido esclusivo del figlio per tutelarlo contro la violenza del padre. Antoine nega tutto ed ottiene dal giudice l’affido congiunto. Regista e interpreti raccontano Jusqu’à la garde in conferenza stampa a Venezia 74.

Prima domanda per il regista Xavier Legrand:
il film affronta un dramma di valenza generale e universale, quello della violenza sulle donne, come ha affrontato questa tematica?

Ho scelto questo argomento – risponde Xavier Legrand – perchè volevo lavorare sul tema dell’ambiente familiare come prima cosa. La casa è l’ambiente dove si crea la nostra vita, dove ci si sente sicuri. Cosa succede quando la casa da rifugio diventa invece luogo di paura? Quali sono le dinamiche che si scatenano? Volevo affrontare il tema della violenza domestica perchè è ancora un argomento tabù.

Ho visto molti documentari sulla violenza sulle donne, letto molto e mi sono confrontato con psicologi che lavorano quotidianamente con uomini violenti, ho parlato con i giudici che si occupano dei casi di violenza domestica e con i poliziotti che devono affrontare questi episodi di violenza. Dopo essermi documentato ho deciso di raccontare una storia che affrontasse tutte queste tematiche sotto vari punti di vista e di osservazione, quello della madre, dei figli e del marito. Uno degli elementi ricorrenti nei casi di violenza domestica è la paura e volevo farla percepire in modo molto evidente nel film.

In Jusqu’à la garde si percepisce una crescente tensione e un forte disagio, come ha creato questo clima?

La tensione è frutto di un malessere, di un disagio familiare continuo e si percepisce tutte le volte che è presente il padre. Questo aspetto era presente fin dalla prima stesura della sceneggiatura, è un elemento fondamentale del film.

Volevo seguire da vicino il comportamento di un padre che cerca di nascondere la violenza domestica, di scaricare le responsabilità sugli altri membri della famiglia, di manipolare il figlio Julien per portarlo dalla propria parte. Sono questi gli elementi che creano un disagio crescente, un malessere e una tensione sempre più forte, volevo raccontare nel quotidiano la  violenza domestica, la sua routine e come logora chi la subisce.

per Léa Drucker:
come hai costruito il personaggio della madre?

Ho cercato di lasciarmi attraversare e compenetrare da quello che vive il mio personaggio, dalle situazioni in cui è compressa e costretta. In apparenza può sembrare una donna debole, ma ha scelto di lasciare il marito, sono divorziati e sta cercando di ricostruirsi una vita con i suoi figli, di metterli al sicuro, di lottare e ricominciare a vivere. Abbiamo ricreato una storia drammatica e naturale tristemente vera.

per Denis Ménochet (il padre Anoine nel film):
icome hai lavorato sul tuo personaggio?

l padre non doveva essere semplicemente un mostro, un carnefice, doveva essere un personaggio attinente alla realtà, fedele a tutte le testimonianze che abbiamo ascoltato. Tutti questi uomini avevano un filo conduttore comune,  cercavano sempre di scaricare le responsabilità sugli altri, di manipolare i familiari e sovvertire la verità, quasi cercando di passare per vittime. Nel film si percepisce tutto questo, sono queste dinamiche che creano una grande tensione.

Purtroppo in Jusqu’à la garde raccontiamo storie vere che avvengono ogni giorno ovunque nel mondo, dovevamo e volevamo raccontarle nel modo più “ordinario” possibile.

Jusqu’à la garde il trailer:

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