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Qui rido io di Mario Martone: recensione, #Venezia78 – Concorso

Qui rido io è un film perfetto per Toni Servillo, nei panni di Edoardo Scarpetta è magnificamente ironico e scatenato, ambivalente nel suo cercare approvazione continua e nella ferrea convinzione di essere il più grande di tuttiì. Mario Martone riconquista una sorta di verginità stilistica; diverte noi e se stesso. In concorso a #Venezia78

Melanconico e semplice. Mario Martone rivela tutto il suo amore per il teatro, la messa in scena, i gesti degli attori, gli anfratti più bui del palcoscenico, accade tutto lì, anche quando siamo altrove, i suoi personaggi non tolgono mai la maschera, tutti parte di questo girotondo grottesco di miseria e nobiltà.

Sudditi e burattini di una sola grande stella, Eduardo Scarpetta, l’uomo che seppellì Pulcinella e creò Felice Sciosciammocca. Le sue opere piene di umorismo, capaci di catturare lo spirito acuto e godereccio dei napoletani si intessono nel vissuto della famiglia, i confini tra immaginario e realtà sono permeabili.

Martone ci lascia guardare dal buco della serratura e noi ridendo nervosamente attraversiamo insieme a Eduardo e a tutta la sua corte parte della sua vita, dal più grande successo all’infelice declino.

Ma Qui rido io non è solo un film biografico, si sovrappongono più livelli, il gap generazionale che divide Eduardo dal figlio Vincenzo, l’accesa e duratura discussione su ciò che sia davvero il teatro come forma d’arte, con spettacoli politicamente polemici e drammaturgicamente intensi in cui contenuti introspettivi e lirici si contrappongono agli accenti surreali e umoristici della commedia dell’arte.

È Eduardo Scarpetta stesso a sottoporsi a un’intensa operazione di straniamento affidando allo spettatore il compito di decidere se il suo lavoro, la sua vita meritino rispetto o disprezzo. Tutto questo è affidato a Toni Servillo, magnificamente ironico e scatenato, ambivalente nel suo cercare approvazione continua e nella ferrea convinzione di essere il più grande di tutti.

È un film perfetto per lui, al tempo stesso infantile e straordinariamente seduttivo. In uno spazio visivo da messa in scena teatrale, Mario Martone ci fa trovare un altro amore e, riconquistando una sorta di verginità stilistica, diverte noi e se stesso in un gioco di rimandi mettendo in rilievo un certo cinismo e un atteggiamento condiscendente ed empatico nei confronti di uno straordinario artista.

Qui Rido Io di Mario Martone (Italia, Spagna – 2021 – 133 min)
Interpreti: Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Roberto De Francesco, Lino Musella, Paolo Pierobon, Gianfelice Imparato, Iaia Forte, Roberto Caccioppoli, Greta Esposito, Nello Mascia, Gigio Morra
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia: Renato Berta
Montaggio: Jacopo Quadri
Scenografia: Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno
Costumi: Ursula Patzak
Suono: Alessandro Zanon
Effetti visivi: Rodolfo Migliari

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
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Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine
qui-rido-io-di-mario-martone-recensione-venezia78-concorsoQui rido io è un film perfetto per Toni Servillo, nei panni di Edoardo Scarpetta è magnificamente ironico e scatenato, ambivalente nel suo cercare approvazione continua e nella ferrea convinzione di essere il più grande di tuttiì. Mario Martone riconquista una sorta di verginità stilistica; diverte noi e se stesso. In concorso a #Venezia78
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