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Mahnaz Mohammadi: donna e regista, condannata a cinque anni di carcere dal regime di Tehran

Mahnaz Mohammadi, regista Iraniana e attivista per i diritti delle donne, è stata condannata a cinque anni di carcere accusata di complotto contro la sicurezza di stato e di propaganda contro il regime di Tehran. Incarcerata lo scorso 7 giugno del 2014 nella prigione di Evin, non è la prima volta che riceve una sentenza del genere a causa del suo lavoro. Il suo contributo al documentario realizzato da Rakhshan Bani-Etemad  intitolato “we are Half of Iran’s Population” e dedicato alle elezioni presidenziali del giugno 2009, causò il suo arresto nel giugno di due anni dopo, a cui sono seguiti la confisca dei suoi strumenti di lavoro e del suo passaporto.

 

Secondo quello che riporta la stessa Mahnaz Mohammadi, il documentario che ha realizzato per BBC Persia, emittente attualmente censurata, è la ragione principale che sta alla base del nuovo arresto: “non ho mai lavorato per la BBC” ha detto Mahnaz Mohammadi all’ICHRI che si è svolta in Iran poco tempo fa, “sono stata accusata anche di aver avuto contatti con media tedeschi, inglesi e statunitensi, con Radio France International e con VOA (voice of america)”

Mahnaz Mohammadi, oltre al segmento per “we are half of Iran’s Population” ha realizzato documentari sulla condizione delle donne senza tetto e portatrici di handicap in Iran (Women Without Shadows), ha affrontato temi come la disaffezione e l’esodo dal proprio paese (Travelogue).

“Chi mi ha interrogato”, ha detto Mahnaz Mohammadi, “voleva che confessassi di aver ricevuto del denato dalla BBC Persia come compenso per aver lavorato contro la Repubblica Islamica dell’Iran; considerato che non ho nessun legame con la BBC, non ho confessato. Se confessi di essere stata pagata da un network di spionaggio straniero, mi hanno detto, ti liberiamo […]”

Senza aver trovato nessuna prova evidente, chi ha interrogato Mahnaz Mohammadi ha cominciato a riferirsi ad alcuni film che ha realizzato, come per esempio Travelogue, chiamato in causa come “prova”; il film, secondo le autorità Iraniane, restituirebbe un’immagine oscura della Repubblica Islamica, ma questo stesso titolo “ha vinto un premio ad un festival Iraniano all’interno dello stesso regime!” ha sottolineato con forza Mahnaz Mohammadi, ” il Giudice Moghisseh mi ha detto che non merito di stare nella repubblica Islamica dell’Iran, vai dai tuoi amici ipocriti all’estero!”

Un giorno prima del suo arresto Mahnaz Mohammadi ha diffuso il video che abbiamo incorporato con questa news e che è stato veicolato anche attraverso una petizione attualmente attiva grazie all’interessamento della Francese “Société des réalisateurs de films”.

La petizione si trova da questa parte

per firmare la petizione è necessario inviare una mail a  : hrosiaux@la-srf.fr

La lista dei firmatari si trova da questa parte e include artisti, registi e addetti ai lavori come Hiam Abbas, Chantal Ackerman, Bertrand Tavernier, Laurent Cantet, Tony Gatlif, Gilles Jacob

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