Home alcinema Dream Team di Olivier Dahan

Dream Team di Olivier Dahan

Olivier Dahan è uno dei più interessanti prospetti dell’attuale cinema francese. Dopo il debutto con il grande pubblico de I fiumi di porpora 2 (Les Rivières pourpres – Les anges de l’Apocalypse, 2004) e il successo de La vie en rose (La môme, 2007), Dahan si ritrova nella condizione di collaborare con artisti internazionali sui soggetti che più lo aggradano:  in questo solco si inscrive il nascente progetto di un film su Grace Kelly, una produzione statunitense in uscita il prossimo anno. Nell’attesa dell’ennesima favola su una delle figure più amate d’oltralpe, il regista si diletta con un progetto diverso e dal tono decisamente più leggero, Dream Team (Les Seigneurs).
Patrick Orberà è un ex campione di calcio sprofondato nell’alcool dopo il ritiro. Per ottenere il diritto di vedere sua figlia, è costretto da un giudice a trovare un lavoro: per questo accetta l’offerta di una piccola squadra di calcio locale su un’isola bretone. Ben presto si accorge che dalla stagione della squadra in Coppa di Francia dipenderanno le sorti economiche dell’intera comunità. Decide dunque di chiamare alcuni vecchi compagni di squadra, affinché lo aiutino a migliorare il suo improbabile gruppo di calciatori amatoriali.
Dream Team è un esempio puro e semplice di commedia per famiglie, un tipo di cinema in cui la Francia pare essersi specializzata nel corso degli anni. Nonostante abbia adottato un registro diverso rispetto alle precedenti uscite, Dahan di adatta bene ai canoni del film di genere e dimostra la sua appartenenza a tutta una generazione di registi cresciuti tra i grandi cineasti francesi e i film americani per teenager.
La storia è raccontata in maniera irriverente e godibile: i tabù che di solito costituiscono il limite pratico per la fruizione di una commedia familiare (come droga, sesso) vengono bonariamente sdoganati e anzi ricorrono come leitmotiv. Il difetto è che al taglio ironico, surreale ma mai smodato, non corrisponde una struttura oculata nel dosare i necessari momenti di realtà. La controparte ‘seria’ della sceneggiatura, ossia l’analisi del gap culturale ed economico delle comunità settentrionali rispetto alle metropoli francesi, è rappresentata in maniera tanto superficiale da risultare caricaturale a fine visione.
La regia rimane invece coerente per tutta la durata e in questo Dahan è aiutato dalla costruzione tipica delle commedie musicali: le scene di calcio, veri nuclei narrativi della storia, durano tanto quanto i commenti musicali e sviluppano le vicende dei singoli personaggi senza particolari affaticamenti retorici. Il cast è un altro punto di forza del film: Dahan coinvolge un nutrito gruppo di attori comici (da Jose Garcia, al rapper Joeystarr passando per Omar Sy) che riescono nel tentativo di non rubarsi la scena l’un l’altro.
Dream Team non è un film irresistibile ma è da apprezzare per la fattura della lavorazione. Il dato di fatto è che il cinema francese, a differenza nostra, riesce a coinvolgere mezzi e artisti di alto profilo anche per produzioni (apparentemente) minori.

Articolo precedenteKiller in viaggio di Ben Wheatley
Articolo successivoTulpa esce il 20 giugno ed è già un successo
Davide Minotti nasce a Frosinone nel 1989. Dopo un'esperienza alla John Cabot University di Roma, si occupa ora di Germanistica e Scandinavistica tra l'Università degli Studi di Firenze e la Rheinische-Friedrich-Wilhelms-Universität di Bonn, dove vive. Appassionato di letteratura e cinema, spera che un giorno questi interessi possano diventare qualcosa di più concreto. Nel frattempo scrive e progetta cortometraggi nel perenne tentativo di realizzarli.
Exit mobile version