Home approfondimenti LGBT Fratellanza – Brotherhood – di Nicolo Donato (Danimarca 2009)

Fratellanza – Brotherhood – di Nicolo Donato (Danimarca 2009)

E’ un cinema fragile quello dell’italo danese Nicolo Donato, fragile se osservato attraverso il percorso narrativo più evidente, quello di un racconto didascalico sulla resistenza dello sguardo ideologico alla frantumazione dell’identità. Sembrano lottare costantemente con questa instabilità i corpi di Lars, sbattuto fuori dall’esercito per sospette molestie, e di Jimmy, il neonazista che accoglierà l’ex militare in casa come allievo per la sua nuova formazione all’interno del partito. Un percorso che li porterà a collidere fuori dal binario preordinato e che a un certo punto sostituirà l’osservazione interna di un processo antropologico estremo, come poteva essere quella di Geoffrey Wright dentro la società autoctona di Romper Stomper fuori dal bene e dal male, con un cinema sempre più prossimo ai corpi filmati da un occhio “morale”. Il confine tra rifiuto e assimilazione o quello tra violenza e nutrimento sessuale serve a Donato per spostare la percezione sull’idea di affratellamento in un processo di continua allusione, dallo scontro fisico selvaggio ai corpi che si sfiorano e si abbracciano durante un Mosh Dancing rituale. E’ una materia suggestiva che nei momenti migliori, come per esempio quello della punizione esemplare ai danni di Lars, riesce a mantenere molto alto il livello di ambiguità interiore, raccontando il trauma del riconoscersi come “altro” con una durezza che vivaddio non lascia spazio alle note a margine; al contrario risulta meno convincente quando il passaggio all’alterità come modo di percepire il mondo viene filmato con una tenerezza irreale che ottiene il risultato opposto, ovvero quello di un racconto a tesi che filma corpi già freddi, senza farsi mai completamente immagine della trasformazione.

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