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Mondo Cane di Jacopetti e Prosperi: Il Dvd Mustang Entertainment

Con il background liberale di Gualtiero Jacopetti, il cui apprendistato come giornalista si svolge sotto la protezione di Indro Montanelli, la preparazione etno antropologica di Franco Prosperi e del responsabile delle location Stanis Nievo, entrambi biologi marini, nasce un film come Mondo Cane, concepito come una sorta di rovesciamento della tradizione post-neorealista nel tentativo di estremizzare l’esperienza cinegiornalistica che lo stesso Jacopetti aveva portato avanti negli anni precedenti insieme all’operatore dei suoi film più controversi, Antonio Climati.

La settimana Incom e il formato successivo ideato interamente da Jacopetti, chiamato Europeo Ciak, vengono estremizzati attraverso un Technicolor sparatissimo, mentre il lavoro del regista di Barga con Blasetti per Europa di Notte, diventa il punto di partenza di una scrittura che gioca sul disinnesco progressivo dell’impostura documentaria in una giustapposizione di elementi contrastanti che avevano probabilmente molto più a che vedere con la tradizione surrealista; Mondo cane in questo senso rivendica una dimensione di pura soggettività utilizzando frammenti, taglio shock del montaggio, contrasto sonoro e musicale, ambiguità del punto di vista, per inventarsi una sinestesia terroristica.

Prodotto dalla Cineriz di Angelo Rizzoli, il film delinea lo stile visionario di Jacopetti e Climati nell’utilizzo di un occhio intrusivo, grandangoli ravvicinati, gusto per la frammentazione e allo stesso tempo per la composizione audio-visiva, un aspetto che è confermato da due successive dichiarazioni di Jacopetti e Prosperi che raccontano come la prassi del loro cinema fosse legata all’accumulo di una massa enorme di materiale filmato e raccolto, cosi da consentirgli sia un lavoro specifico sul montaggio sia la possibilità di poter ri-utilizzare lo stesso materiale in una dimensione serializzata.

Il cosidetto taglio “shock” che prende vita per la prima volta in Mondo Cane è quindi una strategia ritmico-musicale che si delinea a poco a poco nel deturnare l’intensità di un’immagine in quella successiva; Il brutale salto dal seno delle ragazze sulla riviera Francese a quello di una nativa Guineiana che allatta un maiale con il commento melodrammatico di Ortolani/Oliviero; i relitti automobilistici che da una discarica diventano oggetti d’arte; l’improvviso fermo immagine sulla Forcada portoghese, sono salti che fanno collassare due immaginari ritualistici con quella perversione cinica che invece di cercare flagranza “nelle” immagini, la trova forzando le analogie “tra” i frammenti, tanto che l’opposizione tra mondo civilizzato e realtà primitive cambia continuamente collocazione e gerarchia con la forza di una beffa combinatoria.

Non è un caso che tra i frammenti di Mondo Cane, emerga tutta la parte dedicata a Yves Klein e le sue performance, filmate da Paolo Cavara per quello che l’artista Francese supponeva potesse diventare un sentito omaggio alla sua arte, e che Jacopetti monterà in modo del tutto derisorio, provocando un mezzo infarto allo stesso Klein accorso a Cannes per vedere il film ultimato.

Jacopetti, che in Addio Zio Tom si definirà “giornalista d’inchiesta italiano cattolico apostolico romano schiavo del fascino del peccato“, manda in corto circuito la retorica documentale con una vera e propria mostra delle atrocità in anticipo su quella Ballardiana, spezzando cosi quell’aura santa e ridicola che ci indica il documentario come “genere”; il documentario non ha senso per Jacopetti perchè quasi come una versione cinica e farabutta del cinema di Jean Rouch, quello dei due autori Italiani ridefinisce il confine tra “cinema” e “cinema documentario”, ricostruzione e flagranza come un continuo sconfinamento che fa saltare in aria tutte le distinzioni; il cinema, arte del “doppio” per Rouch, contiene già una transizione dal mondo reale a quello immaginario.

Sarà lo stesso Ballard a parlare di Mondo Cane come di un film indigesto per il pubblico Americano che “odia l’ambiguità morale; il loro protestantesimo manicheo crea un corto circuito insopportabile con quel relativismo Cattolico che è dentro ogni fotogramma di Mondo Cane“, dove si assiste ad un’evoluzione delle immagini filmate da Zapruder durante l’omicidio JFK, dopo le quali “niente era più vero, e niente era più falso“. In quel processo dell’immagine occidentale contemporanea che ridefinisce la realtà come una collusione tra più livelli di finzione, Mondo Cane è allora il primo esempio che cerca una brutale e cinica condivisione di complicità con la paura e il desiderio dello spettatore.

L’edizione Mustang di Mondo Cane  è un DVD standard presentato nel suo formato originale 1.33:1 e con l’audio 1.0 riprocessato in Dolby Digital. Presenta una traccia sottotitoli in Italiano per non udenti e purtroppo non contiene alcun contenuto speciale.

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