Home news Line of Credit di Salomè Alexi – Venezia 71, Orizzonti

Line of Credit di Salomè Alexi – Venezia 71, Orizzonti

Nino è una donna di circa quarant’anni che ha vissuto una vita agiata nell’Unione Sovietica, ma che nella moderna Georgia si trova nella difficile condizione di doversi adattare ai cambiamenti. Nino ottiene un grande prestito con alti interessi e poco a poco si trova immersa nei debiti. È così intrappolata in un circolo vizioso dove non vede via d’uscita.

L’universo in cui Nino viveva non esiste più. Forse vive ancora con la mente rivolta agli anni della vecchia Unione Sovietica, quando poteva permettersi una vita agiata e dominata da alcuni vizi. Adesso le cose sono cambiate in Georgia, un affare le è andato male e si deve adattare  a condizioni economiche più modeste, costretta a vendere beni famigliari, tra cui una casa esibita in tutta la sua fastosa decadenza. I debiti la schiacciano e rischiano di farla affondare e nonostante questo non riesce a perdere l’abitudine di spendere i suoi soldi nella cura di sé, fatto che le fa assaporare ancora il ricordo dell’agiatezza.

L’idea di ipotecare la casa facendola intestare a Nino dall’anziano professore che vive al piano superiore non riuscirà a fornire una soluzione valida per arrestare la serie di eventi che stanno portando tutto il suo mondo e la sua famiglia al declino totale.

E’ quasi profetico il momento in cui l’anziano professore del piano di sopra si fa leggere la traduzione in georgiano di qualche passo della “Montagna Incantata” di Thomas Mann, segno premonitore del decadimento crescente, con quella sensazione che l’epoca in cui vi era maggiore agio, quella dell’URSS, sia ormai passata, come la speranza per una fioritura economica europea, stanca e malata come i pazienti del sanatorio di Mann.

Di fatto non viene fornito nessun rimedio, il film si chiude con un grande dilemma che tiene sospesi Nino e la sua famiglia di fronte agli agenti giudiziari con tanto di avviso di sfratto, esempio di semplice e feroce audacia per questa che è l’opera prima della regista georgiana Salomé Alexi, già conosciuta nel circuito della Berlinale nell’ambito della quale ha presentato due dei suoi cortometraggi, “In Bloom” e “Brides” sempre con un occhio di riguardo al mondo femminile.

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