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Contro L’ordine Divino di Petra Volpe: i diritti delle donne nella Svizzera degli anni ’70

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Moglie e madre di una tranquillità esemplare per la piccola cittadina di campagna svizzera in cui abita, Nora (Marie Leuenberger) non è minimamente interessata ai dibattiti socio-politici che invadono il mondo: le rivoluzioni del ’68 e i movimenti giovanili in nome della parità dei diritti non sono battaglie che hanno coinvolto la sua realtà, dettata da una sorta di isolamento etico e sociale marcato da vecchie prerogative del passato.

Subordinata alla volontà del marito e, in generale, degli uomini, la giovane donna capirà ben presto l’importanza della lotta in atto ai confini del suo paese, portando nella propria terra quel desiderio di libera individualità che si sta appropriando del mondo. Il referendum per il riconoscimento del diritto di voto alle donne, istituito nel ’71, è il campo in cui si scaglia la vicenda personale di Nora e che coinvolgerà molte altre coetanee (e non) del posto, dando vita ad una lecita rivendicazione dagli esiti problematici ma decisivi.

Vi è un tratto drammatico nella riuscita commedia della regista Petra Volpe che, con il film Contro l’ordine divino, racconta non solo lo spaccato di un’acerba Svizzera contadina ma le palesi problematiche di una coscienza non del tutto compresa nella sua interezza: dalle giustificazioni di tipo religioso secondo cui la donna è relegata ai bisogni dell’uomo, all’accusa di negligenze famigliari passando per la negazione del piacere sessuale (sconosciuto alla protagonista) e la disparità salariale, vi sono tratti riconoscibili in una contemporaneità che non ha globalmente superato l’ingerenza di una mentalità retrograda, in cui l’etica si contrappone ad una concretezza ancora marginale.

Un tema aperto dalle rivoluzioni sessantottine e che tutt’oggi persegue la sua lotta, ove la contrapposizione in esso non si limita all’esmifero maschile ma ne comprende entrambe le parti. Non a caso, il ‘nemico’ principale di Nora nella sua campagna di parità è proprio una donna che, come altre, non ammette il proprio ruolo nel dibattito politico relegando la responsabilità del genere alle mura domestiche. Un aspetto di assoluta importanza nel progetto filmico della Volpe, non limitata a poche voci ma ad un esponenziale operato che accoglie varianti morali appartenenti a una moltitudine di persone, cariche di un lavoro che la regista stessa ha portato avanti per anni nel raccoglimento di numerose testimonianze.

Un mutamento individuale e collettivo, diviso tra riuscite e dinieghi, riconosciuto in un contemporaneo racconto visivo che evolve nel corso della crescita responsabile di Nora, dapprima sovrastata da montagne innevate come argine di una consapevolezza bloccata, nei suoi abiti di grigio occultamento da ogni realtà esterna. Successivamente è il colore e il viaggio, la scoperta e la rinascita, ad abbattere sacrifici e privazioni in favore di un accostamento al diritto di uguaglianza, non solo con gli uomini ma al fervore sociale di un mondo in piena passione politica. Un desiderio che si respira attraverso l’immagine stessa, marcando la volontà di un sentimento che emerge a 360° e che si instaura a pieno regime nel coinvolgimento dei temi trattati.

Trattazione essenziale che spinge il contenuto potenzialmente marginale di una evidenza minore ad esplicito simbolo di una lotta universale che non può conoscere frontiere, nella delicata presenza di una Marie Leuenberger che dipinge i suoi occhi di energico vigore, emblema di una pellicola dal forte carisma e acuta riflessione.

Contro L’ordine Divino sarà proiettato stasera, Giovedì 8 marzo alle ore 20.10 presso il Cinemino, via Seneca 6 – Milano con la partecipazione dell’attrice Marta Zoffoli. Il film sarà anche proiettato alla rassegna del Cinema Svizzero di Venezia, alla sua settima edizione dal 6 all’11 marzo 2018.