venerdì, Luglio 11, 2025

Drill Me, la fantasia cyber-gore erotica by The Dor Brothers – BMVA 2025

Con Drill Me, il corpo meccanico, letteralmente "drilled" da una serie di pin up in costume da bagno artificialmente generate, è penetrato, disassemblato e riassemblato per fornire un godimento che replica la relazione tra organico e inorganico, macchina e organi, ma all'interno dello statuto "deepfake" della creatività generativa. Il video dei geniali The Dor Brothers, interamente realizzato con AI, in concorso nella sezione dedicata alle intelligenze artificiali al Berlin Music Video Awards 2025

Radicale e perturbante, Drill Me dei The Dor Brothers è uno dei videoclip selezionati da Berlin Music Video Awards 2025 nella categoria del festival dedicata alle opere sviluppate interamente oppure realizzate con l’ausilio dell’Intelligenza artificiale.

Il duo creativo, già attivo in lungo e in largo nella sperimentazione visiva e sonora sviluppata con principi generativi, firma con questo lavoro una dichiarazione di poetica e insieme una riflessione teorica sul corpo, sull’identità e sul senso dell’autorialità nell’epoca della generazione algoritmica.

Il video — interamente realizzato con strumenti AI, tra cui Hail UOAI per la parte visuale, Krea AI per le animazioni e Suno V4 per la voce e la base musicale — non è solo un esperimento tecnico, ma una composizione concettuale densa, stratificata e provocatoria. Una provocazione che ci interroga sul futuro stesso dell’immaginario e sul ruolo dell’umano nella cultura visuale del XXI secolo.

Il titolo Drill Me gioca su un’ambiguità semantica fortemente voluta: “to drill” può significare trivellare, addestrare, penetrare, scolpire, e rimanda tanto al linguaggio militare quanto a quello sessuale e tecnologico. È una parola che perfora, come il videoclip stesso.

La voce femminile sintetica che ripete “Drill me, kill me, feel me” e procede con “You better know what you’re playing with, you better know what you’re messing with, you better know it” sembra invocare una mutazione radicale, un’esposizione totale del corpo e della psiche al processo stesso della generazione artificiale fino al punto di non ritorno, unitamente ad una riflessione ironica sull’iconologia della perfezione pop, tramite l’esplicita parodia di “Work Bitch” di Britney Spears, nelle liriche e nella struttura del brano.

Il videoclip nasce da una pipeline di strumenti IA. Le immagini, come specificavo, sono state create attraverso Hail UOAI, una piattaforma di modellazione video generativa, e animate fotogramma per fotogramma con Krea AI, nota per la sua capacità di interpolare in modo cinematico variazioni visive.

L’aspetto sonoro non è meno rilevante. La musica e la voce sono state interamente generate con Suno V4, un sistema capace di imitare stili vocali e musicali umani con un’aderenza sorprendente. Il risultato è una traccia synth-pop dal tono alieno, disturbante nella sua perfetta artificialità: una voce femminile disincarnata che canta un desiderio indefinito, mentre il beat elettronico avanza con freddezza chirurgica.

Attivi dal 2022, i The Dor Brothers sono un duo artistico composto da due creatori anonimi con sede a Berlino, noti per la produzione di contenuti audiovisivi generati interamente tramite intelligenza artificiale. Con oltre 300 progetti video realizzati, tra cui videoclip musicali, film, video virali e spot pubblicitari, hanno accumulato più di 100 milioni di visualizzazioni a livello mondiale.

La loro identità rimane volutamente ambigua: mentre alcuni li descrivono come un duo, altri parlano un collettivo o una rete di menti connesse da qualcosa di più profondo della provenienza geografica. Questa scelta riflette la loro inclinazione a sfidare le convenzioni e a mantenere un alone di mistero attorno alla loro identità creativa.

La loro produzione spazia tra vari generi e formati, tra cui Videoclip musicali, realizzati per artisti come Snoop Dogg, The Game e SiM; opere più concettuali come come Passage 12 e Rogue Runway, dove si esplorano narrazioni futuristiche e distopiche; video virali come The Drill e Lies Wide Shut che hanno suscitato dibattiti su etica e manipolazione mediatica; spot pubblicitari per marchi come eToro, BOSS e Yamaha, che integrano l’IA in modo creativo .

Con Drill Me, il corpo meccanico, letteralmente “drilled” da una serie di pin up in costume da bagno artificialmente generate, è penetrato, disassemblato e riassemblato per fornire un godimento che replica la relazione tra organico e inorganico, macchina e organi, ma all’interno dello statuto “deepfake” della creatività generativa.

Estetica che in parte ricorda molto cinema sci-fi, il body horror, il lavoro di Chris Cunningham, ma filtrato attraverso un’ottica post-umana e post-autoriale: se Cunningham partiva dalla carne per distorcerla, i Dor Brothers partono dal dato per simulare la carne stessa, il sangue e le macchine.

Drill Me si apre con una serie di pin-up in costume da bagno che utilizzano strumenti industriali come trapani, frese e seghe circolari per assemblare androidi. L’immaginario è quello della sessualizzazione meccanica, del tool dei perfetti desideri, dell’androide come ausiliario del piacere. Desiderio e meccanizzazione che transita verso il gore più estremo, dove sofferenza e godimento sono la stessa cosa nella magnifica festa di sangue esplorata e rappresentata come un’eiaculazione estesa.
Deumanizzazione e mercificazione possono essere elementi di discussione nel video, così come il ribaltamento di un certo immaginario machista, mentre la sequenza conclusiva dell’hamburger con la firma dei registi, servito su un piatto ad una delle pin-up, può essere intesa come immagine estrema delle identità creative consumabili e ripetibili nell’industria dell’intrattenimento contemporaneo.

Del resto, la sperimentazione virale sui deepfake pubblici che il duo ha realizzato, è una rimessa in circolo dell’immaginario politico al comando, ridefinito attraverso il potere dell’immaginazione e della creatività combinatoria.

Innovativi, iconoclasti, provocatori e anti apologetici, The Dor Brothers sfidano le convenzioni di cui si servono, per sollecitare e attivare un punto di vista critico sulla pervasività della società digitale.

In Drill Me, nulla è autentico, eppure tutto è emotivamente potente. Non esistono corpi reali, né voci umane, né strumenti musicali. Ma il risultato è fortemente perturbante, quasi rituale. È un’estetica del sublime artificiale, in cui la bellezza coincide con l’angoscia dell’inautenticità.
Nella negoziazione estrema tra immaginazione umana e produzione algoritmica, possiamo penetrare le macchine e farci penetrare da loro.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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