Theatre of Hate – Omens: Studio Work 1980-2020, il box 6CD Cherry Red

La band del provocatorio Kirk Brandon emerge in Inghilterra risentendo, come altre band post-punk, del clima e delle angosce generate dalla guerra fredda. Atipici nel sound, integravano suoni rock'n'roll, passione per gli spaghetti western e i toni di un punk oscuro e maledetto. Cherry Red ristampa la discografia completa di singoli, rarità e session alla bbc, in un cofanetto di 6 CD. La nostra video recensione

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I Theatre of Hate compaiono come una meteora nel panorama post punk britannico, guidati dal provocatorio Kirk Brandon, insieme ai Killing Joke riflettono con toni e modi apocalittici quel clima politico fatto di sfiducia e disillusione che caratterizzò il periodo della guerra fredda, ma attraverso una combinazione di suoni che si rifaceva al rock anni cinquanta, agli spaghetti western e ovviamente a tutta l’avventura punk di pochi anni prima. Post-punk atipico che integra anche sax e clarinetto nella line-up strumentale e che Cherry Red omaggia con un cofanetto di 6CD che include tutta la discografia della band, inclusi i singoli e molti inediti

The Theatre of Hate, Omens: Studio Work 1980-2020, il video unboxing del cofanetto Cherry Red


Do you believe in the westwordl? diventerà l’anthem della band con una numerosa serie di singoli che anticiperanno di un anno il primo album intitolato “Westworld”, registrato nel 1981 con Mick Jones dei Clash alla produzione e le sessioni effettuate ai Wessex studio di Londra.
La line up era costituita da Kirk Brandon voce e chitarra, Stan Stammers al basso, Luke Rendle alla batteria e John Boy Lennard al sax e clarinetto.

Prima della pubblicazione, che avvenne nel 1982, Rendle era già stato sostituito da Nigel Preston e aveva acquisito un nuovo chitarrista, Billy Duffy. Con quest’ultima lineup registreranno sempre ai Wessex il secondo album, mentre do you believe in the westworld? aveva fatto capolino a Top of the pops. Da qui in poi si faranno conoscere meglio, grazie ad un ampio tour britannico. Lo scioglimento sarà veloce e quasi immediatamente successivo al tour, tanto da lasciare in standby la pubblicazione di “aria of the devil”, il secondo album. Vedrà infatti la luce solo dieci anni dopo, nel 1993 con il titolo di “Ten years after”.

Billy Duffy nei primi anni ottanta diventerà il chitarrista dei Death Cult, successivamente The Cult, la nota band di Ian Astbury, mentre Brandon e Stammers, con nuovi membri, formeranno gli Spear of Destiny, ri-registrando di fatto i brani di “aria of the devil” per il debutto intitolato “The grapes of wrath”.

Il cofanetto Cherry Red è allora una pubblicazione davvero preziosa perché contiene un primo cd con tutti i singoli della band e alcuni inediti, un secondo cd con il primo album, Westworld che include oltre alla tracklist originale anche una serie di mix alternativi, un terzo disco che ripropone “aria of the devil”, il secondo album mai pubblicato e che vide la luce in questa forma solo nel 1998 grazie a Snapper music. Il cd cherry lo include integralmente e integra quattro brani strumentali mai pubblicati e due brani che originariamente finirono nell’album “ten years after”. Il quarto cd include tutte le session live registrate alla bbc dai Theatre of Hate dal 1980 al 1982, tra gli studi di Top of the pops e quelli di John Peel.
Il quinto cd chiamato Stone in the rain, include quello che sarà il terzo album dei Theatre of Hate pubblicato dopo la reunion nel 1996 con il titolo di “Retribution” e che usci anche per il mercato britannico un anno prima con il titolo di Kirk Brandon’s 10:51, che compare anche sulla copertina del cd Cherry Red. Oltre alla tracklist originale, sono incluse sei tracce demo mai pubblicate fino ad ora. Sesto e ultimo disco, Yonjuuichi, remix e rarità del 21/mo secolo, che contengono numerosi inediti.

Il booklet illustrato, oltre a tracciare una storia cronologica alla band, contiene una preziosa intervista a Kirk Brandon che si sofferma in particolare sulla tormentata genesi di “aria of the devil”.

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Redazione IE
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