sabato, Aprile 20, 2024

Seabear, l’intervista di indie-eye.it

Il ‘fuoco’ ritorna spesso nel titolo dell’album e in quelli delle canzoni… c’è qualcosa in particolare che ti affascina nelle fiamme?

Sì. Non parlerei di concept album ma comunque, in genere, quando mi metto a scrivere i testi delle canzoni mi piace concentrarmi su un tema. Questa volta il tema era legato all’idea di “vita rurale”, qualcosa del tipo “vivere in campagna” e credo che la ricorrenza dei riferimenti al fuoco sia dovuto a questo: il fuoco come energia vitale.

Normalmente cosa ti dà più soddisfazione: il lavoro in studio o l’attività live?

In genere preferisco lavorare in studio. Mi piace suonare dal vivo naturalmente, ma a volte trovo pesante viaggiare tanto, fare tanti chilometri in furgone tutti i giorni. Suonare tutte le sere è divertente ma, sai, soprattutto qui in Nord-America si tratta di fare 600–800 chilometri tra una città e l’altra… e quindi sono sempre in aereo o in furgone.

A proposito di tour… come è andata ad Austin?

Molto bene. Ci siamo divertiti veramente. Abbiamo trovato un’atmosfera calda. C’era un mucchio di gente, tantissimi gruppi, a tutte le ore puoi trovare sempre una band che sta suonando… Il SXSW è diventato un appuntamento importante, ci sono tantissimi giornalisti e addetti ai lavori.

Suonare negli Usa e suonare in Europa. Hai riscontrato delle differenze sostanziali? Cosa preferisci?

Negli States abbiamo avuto un’ottima risposta dal pubblico. In realtà non ho notato grosse differenze rispetto all’Europa. Forse giusto in Germania abbiamo un seguito veramente fedele, ma per il resto devo dire che troviamo una bella audience ovunque andiamo.

In generale, rilasciare interviste è qualcosa che ti piace… o è un male necessario?

Dipende, a volte quando rilasci più interviste nello stesso giorno può diventare noioso. Quando capita che ti fanno sempre le stesse domande… ma in generale è simpatico, non mi dispiace affatto.

Il vostro nome viene spesso accostato ad una band di Montreal, gli Arcade Fire, a me le tue canzoni a volte ricordano anche un altro musicista canadese, Owen Pallett e il suo pop orchestrale. C’è qualche gruppo canadese che ti piace particolarmente?

Sì conosco abbastanza la scena canadese, a cominciare dai grossi nomi come Arcade Fire o Broken Social Scene. Ho sempre ascoltato molto i Godspeedyou! Black Emperor inoltre.

Loro sono di Montreal…

Sono di Montreal? (sembra sorpreso, ndi)

Per la precisione sono proprio di questo quartiere…

Veramente? Fantastico! (sorride divertito, ndi)

Ho visto che hai una presenza assidua sul web: Twitter, Myspace, Facebook, Youtube… è qualcosa a cui ti dedichi per la promozione oppure è effettivamente qualcosa che ti piace utilizzare?

No, in realtà mi piace parlare con le persone che ascoltano la mia musica. Avere un feedback diretto. Naturalmente gestisco tutto da solo, c’è che mi aiuta. Però quando ho tempo lo faccio più che volentieri.

Sul tuo profilo myspace hai postato molti video di persone che si sono divertite ad eseguire cover delle tue canzoni su youtube… cos’hai fatto… hai lanciato un concorso?

Assolutamente no! Sono tutti video che ho trovato per caso e mi sembrava simpatica l’idea di postarli sul mio profilo myspace. Sono rimasto sorpreso e mi ha fatto veramente piacere scoprire che tante persone si divertono a suonare le mie canzoni.

Qual è il disco che ti è piaciuto di più nel 2009?

Quello che ho ascoltato di più è stato il disco di Fever Ray. Ma ho trovato veramente buono anche l’album dei Dirty Projectors. In generale comunque cerco di tenermi aggiornato sulle nuove uscite, ascolto un po’ di tutto.

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare… un sogno nel cassetto?

Tom Waits! Ma non credo che sappia neanche che esisto… sarà difficile.

Qual è il disco o il genere che ti piace ascoltare di più quando sei in tour?

Durante questo tour l’album che ascoltiamo di più è “Rumours” dei Fleetwood Mac. E poi ascoltiamo molto i cd che ci regalano i gruppi con cui suoniamo insieme di volta in volta.

Dopo il tour in Nord-America, tornerai a suonare in Europa… pensi che questa volta suonerai anche in Italia?

Non lo so, non subito comunque. Dopo questo tour e il ritorno in Europa credo ci fermeremo fino all’autunno. Allora forse suoneremo anche in Italia. In passato abbiamo suonato in Italia, abbiamo fatto cinque concerti credo. Spero di tornarci quanto prima, mi piace tantissimo la cucina italiana e sono un gran bevitore di caffè! Qui in America è praticamente impossibile trovarne uno buono…

Seabear su myspace

Gigi Mutarelli
Gigi Mutarelli
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