Mint Julep- Save your Season (Green Village, 2011)

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I Mint Julep sono Keith e Hollie  Kenniff, coniugi americani di Portland al loro secondo album. Il marito, a capo dei progetti Helios e Goldmund, è famoso per  avere prodotto numerosi spot pubblicitari per marchi famosi come O2, Apple, American Express e Google. Nati nel 2007 a Boston, esordiscono nel 2008 con Song about snow e pubblicano nel 2011 Save your season, per l’etichetta Green Village.
Il disco si regge su due pilastri: la voce di Hollie e le atmosfere dreamy che pervadono tutte le tracce.  Si comincia con la strumentale Chasing the wind catching the shadow, in cui la band fa una sorta di patto con l’ascoltatore, mostrando in un minuto e trenta tutto quello che si andrà ad ascoltare in Save your season, ovvero sonorità pop rimescolate a suoni shoegaze sporcate da arrangiamenti lo fi.  Aviary, pezzo bomba dell’album , inizia forte con la frase  I lie awake/ dreaming of landscape and the rain e prosegue sulla stessa linea mostrando la precisione delle linee musicali e sfoggiando l’intero cuore dreamy dei Mint Julep. Time is distance, altra chicca, si mantiene su ritmi più shoegaze mentre Days gone by  esplora melodie tipiche degli anni ottanta. Stay e Cherry Radio sono i brani più sofisticati, a differenza di No Letting go e To the sea, che con le loro incursioni new wave prendono le distanze dalle linee delle tracce precedenti.
La voce di Hollie è il valore aggiunto del disco: mai fuori posto, sempre controllata e pulita, riesce a ricreare le atmosfere soffici e oniriche tanto care al gruppo. A differenza dei suoni, che perdono una parte della loro incisività dalla traccia cinque in avanti (eccezion fatta per Time is distance), Hollie mantiene sempre costante la tensione vocale, esprimendo il suo meglio in Days gone by e in Aviary.
Dream pop altamente digeribile e lineare. Se l’obiettivo del gruppo era confezionare un prodotto musicale pronto a essere riutilizzato su scala industriale, ci sono riusciti. Save your season è un disco fatto da musicisti professionisti e si vede. Ben curato in tutti i suoi aspetti, piacevole all’ascolto e inappuntabile nella produzione.  Niente di troppo originale ed eclatante, forse a tratti troppo manieristico, ma è sicuramente un disco che fa il suo dovere dall’inizio alla fine.