The Best Sub Pop’s Music Videos of 2019: I migliori 10 videoclip Sub Pop dell’anno

1492

In collaborazione con Kizmaiaz, promozione italiana ufficiale per “Sub Pop”, Indie-eye VIDEOCLIP ha selezionato i dieci migliori videoclip del 2019 tra quelli diffusi durante l’anno dalla label statunitense. Qualità altissima, originalità, clip da riscoprire e registi da approfondire.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: Top 10

There Existed an addiction to blood” è il terzo album da studio pubblicato dalla band hip-hop losangelina “Clipping“. Il trio costituito da Daveed Diggs oltre ai produttori Jonathan Snipes e William Hutson si è servito di un certo immaginario cinematografico combinato con lo spirito estremo di una rivista di settore come Murder Dog. Iper violenza, gore, attivismo.
Introdotto dal lyric video di “Nothing Is Safe“, realizzato sul modello grafico e visuale dei titoli di testa del primo Halloween diretto da John Carpenter, ha proseguito il suo percorso promozionale con un secondo Lyric video per il singolo de “La Mala Ordina“, costruito con le immagini dell’omonimo film di Fernando Di Leo e un lettering decisamente vicino all’estremismo dei video prodotti dalla Earache negli anni novanta. Seguono due videoclip “effettivi”, entrambi splendidi.  Tra “Blood on The Fang” di Lars Jan e “All In Your Head” di (Sarah) C Prinz era davvero difficile scegliere, per questo li abbiamo inseriti entrambi nella selezione dei migliori video Sub Pop del 2019.

Lars Jan, regista apolide britannico, figlio di emigrati dalla Polonia e dall’Afghanistan, ma naturalizzato losangelino è anche direttore di Early Morning Opera, un laboratorio multidisciplinare specializzato in esperienze live. Come molti dei migliori registi in circolazione, si muove tra video arte, installazioni, visual e altre forme che confluiscono nei suoi videoclip. Ha presentato le sue opere un po’ ovunque dal Canada agli Stati Uniti, fino ad Istanbul.

Il video di Blood on the fang è uno dei nostri preferiti in assoluto per il 2019, per questo occupa la prima posizione nella classifica dei migliori video Sub Pop dell’anno.
La prima ispirazione proviene da una fotografia di Huey Newton, co-fondatore delle Black Panther, mentre ammanettato in una struttura ospedaliera, veniva curato per una ferita all’addome causata da arma da fuoco, dopo uno scontro con la polizia di Oakland nell’ottobre del 1967. Il brano stesso dei “Clipping” è costruito su un sample della colonna sonora scrita da Sam Waymon per il film “Ganja & Hess“, diretto nel 1973 da Bill Gunn, vero e proprio cult movie nell’ambito della cultura black e di cui esiste un recentissimo remake firmato da Spike Lee con il titolo de “Il sangue di cristo” (Da Sweet Blood of Jesus). La fantasia di Daveed Diggs costruisce un supporto lirico che gli consente di re-immaginarsi la storia dei movimenti dell’attivismo politico black degli anni settanta, riletto attraverso una lente pulp-horror.

Lars Jan punta al contrario su due elementi, pur spingendo al massimo la furia gore. Il primo dei due è legato ai pattern visivi creati dalla dotazione illuminotecnica. Quello che potrebbe sembrare un ospedale come un obitorio è illuminato da una serie di dispositivi che Jan filma con in testa le suggestioni optical delle avanguardie, per poi sostituire a quella dimensione scopica, la violenza di un body horror cronenberghiano davvero efficace e disturbante, con i dispositivi meccanici che dialogano con il mondo organico, fondendosi grazie ad un mix tra CGI e prostetica.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #1 – Clipping – Blood on the fang – Directed by Lars Jan

Di quel geniaccio di Matt Yoka avevamo parlato per primi in Italia in tempi non sospetti, nel 2014. Probabilmente siamo rimasti gli unici. Nel frattempo il coraggio del videomaker californiano non è affatto diminuito da quando in coda ad un video di quattro minuti ne aveva collocati tre di solo rumore bianco. Nel frattempo il sodalizio con Ty Segall ha prodotto una serie di piccoli capolavori, oltre a quelli girati per Meatbodies, Oh Sees e il bellissimo collage cubista di “Tell Me”, realizzato per Feels. Proprio questo sembra ispirare il setting da casa di bambola per “Death up close“, la splendida clip realizzata per il nuovo album di Shannon Lay, “August“, pubblicato da Sub Pop. Qualsiasi cosa Matt Yoka faccia, lo fa in modo genuinamente punk, non importa se utilizza corpi veri, carta o un approccio del tutto selvaggio all’estetica e alle tecniche CGI. Il suo è un lavoro urgente e allo stesso tempo orientato a individuare gli elementi della devianza nel quotidiano. Quella che è una triste torch song sulla perdita diventa un ritorno alle immagini e ai colori dell’infanzia. I corpi e le forme eccedenti di Matt Yoka riescono ad inquietare anche quando i colori sono quelli pastello.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #2 – Shannon Lay – “Death Up Close”- Directed by Matt Yoka

I Mass Gothic sono il duo Noel Heroux e Jessica Zambri, compagni anche nella vita. “I’ve Tortured You Long Enough” è uscito per Sub Pop lo scorso agosto ed è stato veicolato dal video di “I Love you“, splendida fantasia visiva diretta da Evan Fellers, per quello che si candida come uno dei più bei video dell’anno. Fatto di luce, di corpi e di improvvise estrusioni dal reale al digitale, è stato realizzato con un processo chiamato fotogrammetria, che attraverso l’acquisizione dei dati metrici di un oggetto, in termini di collocazione e forma, può tradurre immagini catturate in un ambiente “reale” (di norma una coppia di fotogrammi stereometrici) nel loro modello corrispettivo in 3D. Fellers ha processato ogni aspetto visivo del video, dalle rocce alla polvere, dagli alberi fino ai corpi di Jess e Noel. Invece di replicare quel movimento aereo tipico delle riprese con droni, dove la fotogrammetria viene usualmente applicata, il talentuoso specialista di effetti digitali ha cercato di creare una dimensione più espansa del viaggio. L’idea della luce rossa che accompagna il percorso serve a trovare un orientamento e una traccia attraverso questo mondo sospeso tra parametri matematici e la formazione di un ambiente reale, quasi fosse l’inversione del processo generativo che ha dato luogo alle immagini stesse, adesso nate dalla mente.
Quella luce è anche la voce del (nostro) suono.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #3 – Mass Gothic – “I love you” – Directed by Evan Fellers

C Prinz è la sigla con cui la losangelina Sarah C. Prinz firma i suoi lavori. Filmmaker e coreografa, mette al centro il corpo come propulsore principale del racconto. Dopo aver collaborato a lungo con Celia Rowlson-Hall per alcuni corti realizzati per Miu Miu, ha presentato i suoi lavori attraverso numerosi festival disseminati tra gli States, l’Inghilterra, la Francia, la Spagna e il Vietnam. Oltre ad una serie di corti e fashion movie, C Prinz ha realizzato alcuni videoclip molto suggestivi, per artisti come Miya Folick, tra cui quello splendido di “Stop Talking”, staff pick Vimeo nel 2019,  Tinashe ed infine Clipping. 
Il video di “All in your Head” è uno dei suoi più belli in assoluto, e fonde l’attenzione per il corpo femminile con una dimensione visual che avvicina il suo lavoro ad un esperimento concettuale, come già era successo per “Stop Talking”, senza abdicare al potere del corpo. Quasi fosse lo sguardo verso una nuova rifondazione religiosa, come suggerito dalle liriche crude e critiche del brano, si assiste ad una prospettiva cognitiva incarnata che crea nuovi legami tra corpo femminile e mitologia.  Il motore sensoriale è allora dinamico e passa dal cervello al corpo, dalla mente ai genitali.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #4 – Clipping – All in your head – Directed by C Prinz

Night of the Worm Moon” è il titolo tra paganesimo e magia del nuovo lavoro solista di Shana Cleveland, già parte del quartetto tutto al femminile La Luz. L’artista di Seattle, che ha pubblicato il suo nuovo lavoro per la indipendente Hardly Art, con distribuzione Sub Pop, ha reso più solide le sue radici folk, allontanandosi in modo più deciso dai tentativi passati, con un album che richiama, per solidità e sonorità, la golden age del folk muliebre dei primi anni settanta, oltre alle sue declinazioni più lisergiche. Due i videoclip prodotti per veicolarlo, il primo diretto da Daniel Browne, legato all’opening track “Don’t let me sleep”, il secondo realizzato dalla stessa Cleveland con l’aiuto di Lauren Corden, artista degli effetti speciali che ancora si serve di tecniche artigianali e manuali. Al video di “Face of the Sun” riserviamo il quarto posto nella classifica dei migliori videoclip della Sub Pop. Per realizzarlo, Shana Cleveland si è ispirata ad uno dei numerosi ephemeral movies di pubblico dominio, nello specifico a “Tom“, pellicola 16mm del 1972 che racconta il ritiro “famigliare” di una comunità di ex dropout. Shana lo ha ricalcato integralmente, mantenendone lo spirito amatoriale e approssimativo che era legato a tutti i prodotti di documentazione a scopo sociale. La trasformazione di quella dimensione collettiva in un sogno ad occhi aperti serve all’artista americana per cercare un nuovo connubio, di natura psichica, con la natura. Rimangono al centro gli effetti di Lauren Corden e in particolare la “maschera” di cera che si scioglie attraverso uno stop motion rudimentale, come se fosse la revisione meravigliata e casalinga di alcuni classici del cinema fantastico, tra George Pal e André De Toth.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #5 – Shana Cleveland – “Face of the sun” – Directed by Shana Cleveland

Difficile non pensare ai seminali Stereolab ascoltando il terzo album dei canadesi Corridor, il primo ad esser pubblicato dalla Sub Pop. “Junior” è un suggestivo viaggio sonoro tra psichedelia e minimalismo di scuola tedesca che in più di un episodio ricorda le insuperate e imitatissime alchimie della band di Tim Gane e Lætitia Sadier. Per veicolare l’album, oltre a un esperimento visuale che ne animava l’artwork per il singolo di “Domino”, è stato diffuso uno splendido videoclip d’animazione diretto da Jonathan Robert e prodotto dalla Quebechiana Colonelle Films. Supportato da Gabriel Favreau e dagli sfondi costruiti insieme a Nathalie Dubé, Jonathan Robert con “Topographe” realizza una suggestiva fantasia bidimensionale in linea con i suoi splendidi lavori, che vivono quello spazio di transito dall’illustrazione all’animazione. Eclettico e assolutamente slegato da tecnica e stile ricorrenti, in questo caso il talento di Robert sembra riferirsi ai libri popup, alla cut out animation e alle origini dell’animazione in cui il disegno diventava sagoma proiettata su una parete, come accade in alcuni film del geniale Michel Ocelot. Ma le suggestioni sono più complesse, perché Robert riesce a trasferire il piano Storico dell’immagine su altri livelli di rimediazione. Vengono in mente gli arcade game elettronici dei primi anni ottanta, per poi tornare dalle parti della narrazione simultanea nella pittura medievale, immersa nella confusione percettiva delle controculture degli anni sessanta e successivamente nella ripetizione frattalica che già aveva esplorato il grande Zbigniew Rybczyński. Robert ha impiegato numerose tecniche già sperimentate in passato, ma separatamente. Dallo stop motion all’uso del Green Scren, dall’animazione al collage, fino ad elementi live action incorporati nell’immagine. Il talentuoso animatore era interessato a realizzare un equivalente visuale rispetto alla dinamica progressiva del brano, il tutto amplificandone la struttura armonica attraverso la ripetizione.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #6 – Corrido – “Topographe” – Directed by Jonathan Robert

Networker” è il terzo album per gli Omni e anche in questo caso, primo ad esser stato pubblicato dalla Sub Pop. La band di Atlanta continua a proporre un pop-punk di ascendenza più europea che statunitense, attingendo dallo stesso serbatoio di band come Field Music, forse con maggiore urgenza e senza il gusto per l’intarsio della band dei fratelli Brewis. Tre i video pubblicati per promuovere l’album e tutti diretti da Frankie Broyles, chitarrista della band. Broyles che ha sempre diretto le clip per la band e alcuni video per altri artisti, sviluppando una vera e propria piccola attività parallela, adora la bassa definizione, gli effetti feedback di ascendenza televisiva, i promo video di era catodica dove la performance veniva riflessa, spezzata, deviata dai primi rudimentali effetti elettronici. Il più bello del lotto per quanto riguarda la promozione di “Networker” è quello realizzato per il singolo di “Sincerely Yours“, dove il setting con retroproiezione tipico dell’esperienza visiva di numerose band anni 80 (una per tutti quella degli Echo And The Bunnymen, che abbiamo approfonditamente analizzato) viene sganciato dall’estetica della pellicola 16mm e dall’immaginario wharoliano, per recuperare, entro un corpo del tutto alieno, altre archeologie dell’immagine. Innesti fuori tempo, giochi tra luminanza e crominanza, ritagli e canali alpha rielaborati e spinti avanti nel passato. Molto bello e soprattutto, indica una nuova via, attraverso la rilettura del passato, per liberare i brutti video con band al centro (quasi tutti prodotti in Italia) da certe retoriche posturali dure a morire.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #7 – Omni – “Sincerely Yours” – Directed by Frankie Broyles

Automat” è l’album di inediti e B-Side che i fan dei METZ aspettavano da tempo. Una carrellata nella carriera della band canadese che si ferma agli esordi, raccogliendo i brani dei singoli pubblicati prima dell’esordio sulla lunga distanza oltre alle relative B-Side. Nella versione in vinile dell’album è stato incluso un sette pollici in versione limitata che comprende una cover di Gary Newman intitolata “ME“, una degli Urinals intitolata “I’m a Bug” ed infine una degli Sparklehorse, ovvero “Pig”. Per quella di Newman, l’animatore e illustratore Martin MacPherson è partito da una mostruosa elaborazione dei Metz in forma Idra di Lerna, realizzata da Kirin Booth. Su questa base, MacPherson ha creato un gioco essenziale di forme e colori, sottoposti a continue deformazioni e più vicino ai motivi per un esperimento visual. La linea seguita dai Metz per promuovere una raccolta di vecchio materiale è quella di giocare con gli artwork, i layout e le foto promozionali. Prima del video di MacPherson, Alex Edkins ha realizzato un bel video di “Dry Up“, animando in compositing alcune foto live della band, grazie al lavoro di Nick Sewell. Un’ossessione per l’animazione introdotta da “Pure Auto“, la prima clip diffusa per promuovere Automat, realizzata dal patron del progetto Scorpion Dagger ovvero James Kerr. Kerr in questo caso ha animato gli stessi Metz, servendosi della stessa tecnica che ha reso famoso il suo tumblelog, dove dipinti e materia visiva del primo rinascimento, vengono rimontati e ricombinati in nuovi collages digitali.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #8 – METZ – “ME” (Gary Newman Cover) – Directed by Martin MacPherson

Difficile sottovalutare Orville Peck. Difficile anche prenderlo sul serio. L’immagine che si è cucito addosso precede e forse destruttura la dimensione roots della sua stessa musica, un po’ come accade nelle anti-elegie Lynchiane e nel suo rapporto con il futuro anteriore. Tra parodia e un discorso altrettanto serio sul corpo e i processi identitari sottesi da qualsiasi forma della cultura popolare, Orville presenta il suo primo album intitolato “Pony” dietro le frange di una maschera in latex che allude ad altri mondi del desiderio, rispetto a quelli di una certa mascolinità promossi dalla cultura country. Al di là delle destrutturazioni possibili, già incontrate molte volte, il contrasto più forte tra le ballad à la Roy Orbison del nostro con l’immagine eccedente dei suoi video è forse il risultato più potente e convincente di tutta l’operazione. Se si esamina il gioco lessicale di “Dead of Night” dovremmo avvicinarci a questo concetto: “Spend a johnny’s cash, hitch another ride / We laugh until we cry / You say “go fast” I say “hold on tight” / In the dead of night, dead of night“. Prendendo in prestito il titolo da un film collettivo diretto da Alberto Cavalcanti, Charles Crichton, Basil Dearden e Robert Hamer (ripreso poi nel ’77 da Dan Curtis), Orville cavalca tra l’inquietudine e i corpi scovati nella notte, la cui  identità occupa una spazio di confine. Questo è il “core” di tutti i suoi video promossi da Sub Pop nel 2019, quello diretto da Michael Maxxis è semplicemente il più intenso, perché è firmato dal talento di un videomaker che ha giocato su questi stessi bordi anche solo per realizzare uno spot per la Gillette, basta pensare al video di “Horses Fell” dei The Darcys, dove incorpora la storia e il vero corpo di Sonny Castille, performer lounge di Vegas che ha perso tutto per la dipendenza da droghe.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #9 – Orville Peck – “Dead of Night” – Directed by Michael Maxxis

La lunga collaborazione tra Ishmael Butler (Digable Planets and Shabazz Palaces) ed Erik Blood ha dato finalmente forma all’effettivo debutto del progetto Knife Knights. “1 Time Mirage” è uscito a fine 2018 e il video per promuoverlo è stato lanciato da Sub Pop durante i primi mesi del 2019. “My Dreams Never Sleep” è una splendida fusione tra live action e animazione realizzata da Joe Garber, che insieme a Butler aveva già realizzato il video di “Astral Observations”, una promo intervista introdotta da splendidi template grafici e svariate animazioni. Specializzato nell’animazione di corpi e personaggi e prima ancora di questo, quotato fumettista, si è fatto conoscere in ambito videomusicale grazie alle creature visuali create per il Making of di “Concrete and Gold”, il video che raccontava la genesi dell’album dei Foo Fighters. Non è meno spettacolare il lavoro sui corpi “fantastici” di “My Dreams Never Sleep”, dove recupera il tratto di certe illustrazioni anni settanta, magniloquenti  e capaci di confrontarsi con il mito.

The Best Sub Pop’s Music Video of 2019: #10 – Knife Knights – “My Dreams Never Sleeps” – Directed by Joe Garber