giovedì, Maggio 2, 2024

Bari International Film & TV Festival 2010: Baarìa & L’uomo che verrà di Giorgio Diritti

Bari International Film & TV Festival, 23-30 Gennaio 2010 – Film in concorso – Baarìa di Giuseppe Tornatore, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti

Due visioni a confronto, due sguardi – ognuno a suo modo doloroso e sofferto – rivolti al passato recente del nostro paese quelli che ritroviamo nelle opere di Tornatore e Diritti in concorso al BIF&ST 2010. Due film che partono da premesse simili ma che, se si eccettua la comune scelta di girare integralmente in dialetto, si muovono su traiettorie del tutto differenti.

baariaIl regista siciliano si propone di abbracciare un quarantennio di storia italiana – dal fascismo al principio degli anni settanta – attraverso le vicende di una famiglia proletaria di Bagheria, il paese di cui è originario. I “contestatori” Torrenuova sono al centro di un magniloquente affresco collettivo che analizza il particolare per raccontare il generale, ripercorrendo le lotte dei braccianti in favore della riforma agraria, il malgoverno democristiano, i soprusi mafiosi, l’opposizione comunista. Un fine lodevole ed un risultato tecnicamente perfetto che però si traduce, a parere di chi scrive, in un film dalla durata eccessiva e mortalmente noioso. Tornatore non ci mostra niente che non conosciamo già, ma il vero problema è che lo fa con un linguaggio abusato, affidandosi ai ben collaudati stereotipi che caratterizzano tanto suo modo di fare cinema. Ecco dunque le sequenze melodrammatiche, sottolineate da una colonna sonora ammiccante composta – guarda caso – da Ennio Morricone. Ed ecco, strategicamente posizionati in modo da bilanciare i momenti più patetici, i consueti siparietti comici. Non si comprende poi quali criteri possano aver guidato la selezione del cast. Numerosi i volti noti del cinema italiano, da Raoul Bova a Luigi Locascio, da Michele Placido a Laura Chiatti, da Vincenzo Salemme a Beppe Fiorello. A tanta abbondanza non corrisponde però un’effettiva sostanza: la maggior parte degli attori non si mostra che per pochi fotogrammi, a volte senza neanche pronunciare una battuta. Passino i cammeo, ma alla luce dei fatti sembra difficile non considerare anche questa un’operazione ruffiana e ben studiata.

l-uomo-che-verraSul versante opposto troviamo il film di Diritti, che invece gioca tutto di sottrazione. L’eccidio di Montesole è l’episodio che fa da sfondo alla narrazione e che, di fatto, costituisce il drammatico epilogo della pellicola. Per tutta la durata il film si concentra sugli aspetti più concreti di quel mondo contadino che caratterizzava l’Appennino Tosco-Emiliano fino a pochi decenni fa. In questo contesto i soldati nazisti rappresentano i nemici naturali, ma l’avversione per essi – suggerisce il regista – è guidata da sentimenti del tutto estranei alla politica. I Tedeschi sono gli invasori che occupano la terra lavorata con fatica, che sottraggono le poche risorse disponibili, che importunano le donne, che contribuiscono a rendere un’esistenza già dura insopportabile. E che, malgrado tutto, devono essere trattati con apparente benevolenza. Per le stesse ragioni la “Bella Gente d’Appennino” appoggia i partigiani della Stella Rossa, sebbene questi vengano presentati nei loro atteggiamenti meno nobili, in una prospettiva quasi Fenogliana. Quello di Diritti è un realismo crudo e crepuscolare, ben poco incline ad interpretazioni schematiche della realtà storica, quanto piuttosto interessato agli insegnamenti che possiamo trarre da essa. In definitiva i silenzi, sottolineati dal mutismo della piccola Martina, contano molto più delle parole. Doveroso menzionare la colonna sonora di Marco Biscarini e Daniele Furlati che, con i suoi toni spettrali, commenta alla perfezione una delle pagine più buie dell’occupazione in Italia.

Federico Fragasso
Federico Fragasso
Federico Fragasso è ricercatore in Scienze Storico-Sociali presso l'Università degli Studi di Firenze, giornalista free-lance, non-musicista, ascoltatore, spettatore, stratega obliquo, esegeta del rumore bianco. Was ist ist, was nicht ist ist möglich. Nur was nicht ist ist möglich.

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