Fonokit – Amore o Purgatorio (Fondazione Sonora, 2010)

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Sembra una novità “Amore o Purgatorio” dei Fonokit, uscito il 2 aprile e preceduto dal singolo “Non esiste”, invece si tratta di una conferma. Fonokit è il nuovo progetto di Marco Ancona, Paolo Provenzano e Ruggero Gallo, tutti ex-Bludinvidia, band affermatasi negli ultimi 15 anni nel panorama indie italiano anche grazie all’intensa attività live.
“Amore o Purgatorio” è un album fondamentalmente eterogeneo anche se, ascoltando le 13 tracce, è possibile riconoscere alcuni filoni e zone d’influenza, “No Money, No Cash” (l’altro singolo), “Sedia elettrica” e in parte “Non posso farne a meno”, ad esempio, sanciscono l’ideale continuità con la produzione della vecchia band, mentre altrove si individua un’elaborazione dell’esperienza di Ancona assieme ad Amerigo Verardi e con gli Afterhours, nel progetto “Il paese è reale”, non mancano gli episodi assolutamente innovativi e, tuttavia, la complessità delle atmosfere non scalfisce la compattezza di un album unitario dal punto di vista del suono.

Merito forse di una grande cura in fase di produzione, il suono di “Amore o Purgatorio”, infatti, è stato sviluppato dalla stessa band in collaborazione con Domenico Capuano, fondamentale specie in fase di post-produzione, l’intento era realizzare un album rock con un approccio produttivo elettronico, intento facile da riscontrare nel trattamento della sezione ritmica come in certe rifiniture cosmetiche, della chitarra e non solo. Il meticoloso lavoro sul suono, di gusto British, rappresenta una virata radicale rispetto all’impatto volutamente sporco e poco prodotto dell’ultima uscita come Bludinvidia ma, allo stesso tempo, non riduce la potenza di “Amore o Purgatorio”. L’album si apre con una traccia come “Fine” dove la tensione in crescendo della linea di basso, identica a quella delle Lyrics, costruiscono un brano tirato e coinvolgente, dall’atmosfera dichiaratamente ispirata a certe storiche produzioni della Mute, più in là, “Chi sono io” e “Vendimi un sogno”, evocano l’influenza Brit di metà anni ’90, specialmente nelle linee vocali.

Con “Non esiste” il cambio d’atmosfera è più che mai evidente, si tratta di una ballata elettrica dall’atmosfera intima e aperta allo stesso tempo, la tensione si coagula nella fase finale fra l’amarezza delle ultime affermazioni e la preponderanza d’una chitarra tagliente e orecchiabile, una canzone sull’abbandono, dove la semplicità della comunicazione pop convive con gli spunti, ancora una volta, d’oltre manica. Anche “Viene sera” rallenta i tempi ma, questa volta, si tratta d’un pezzo notturno e malinconico, fitto d’inserti atmosferici, singolare come “Ho deciso”, episodio eccentrico dal testo interessante e l’andamento Wave. “Ho deciso” sembra fissare una cifra stilistica nella scrittura di “Amore o Purgatorio”, la descrizione di una relazione difficile con il mondo, la contemporaneità, sempre filtrata dal punto di vista individuale. “Nes” sottolinea l’influsso del grunge sui Fonokit, congiunzione perfettamente naturale per una band profondamente legata al rock degli anni ’90, più grezzo il suono dell’ironica “Ammirami”, ottima per introdurre la singolare chiusura con “Materia tattile”, momento eccentrico e pregiato, un brano quasi indipendente per atmosfera, venato di dream-pop e sperimentazione, forse il segmento migliore dell’album. Con “Amore o Purgatorio”, dunque, i Fonokit sviluppano un discorso musicale nuovo, in una scena indie mai così affollata, valorizzando gli echi d’asfissia generazionale, in una visione suburbana opprimente dove l’incertezza di fronte al mondo prende le movenza di vent’anni fa, tenta la strada dell’ironia ma rimane fondamentalmente in bilico. Sicuramente un album onesto a cui va riconosciuto il coraggio di affrontare la contemporaneità con un linguaggio lontano dall’invettiva diretta (“Sedia elettrica”, “Vendimi un sogno”) particolare che potrebbe farlo sopravvivere a lungo. La fotografia di un’evoluzione necessaria a se stessa, perchè frutto del lavoro di tre musicisti in continuo movimento, pronti a mettersi in discussione, senza dimenticare la comunicazione.

Leggi L’intervista a Marco Ancona dei Fonokit su Indie-eye REC

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