venerdì, Aprile 26, 2024

The Shape of Water di Guillermo Del Toro – la conferenza stampa a Venezia 74

The Shape of Water di Guillermo Del Toro, USA /  119′, in concorso a Venezia 74 – la conferenza stampa

Cast: Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer
Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Vanessa Taylor
Fotografia: Dan Lausten, DFF
lingua inglese / 119′

The Shape of Water è una favola ambientata negli Stati Uniti nei primi anni 60, nel contesto dell’america della  Guerra Fredda. Elisa (Sally Hawkins) lavora come donna delle pulizie in un laboratorio governativo di massima sicurezza. Nel laboratorio vive prigioniera una creatura marina che cambierà per sempre la vita di Elisa. Il regista Guillermo Del Toro e il cast ne parlano in conferenza stampa a Venezia 74.

Per Guillermo Del Toro:
il film affronta tanti argomenti, la sessualità, l’amore, la diversità.. qual’è il filo conduttore emotivo di questo film

Credo che la fantasia – risponde il regista Guillermo Del Toro – sia un elemento politico. La favola è un genere che mi consente di parlare anche di politica, un antidoto al cinismo e alla paura che caratterizzano i nostri tempi. Dobbiamo scegliere l’amore contro la paura.

Ero anche interessato alla favola della “bella e la bestia“, ne sono sempre esistite due versioni di questa favola, una “puritana e platonica” una più fisica, “sessuale”.

Il personaggio di Elisa è come prima cosa umano, complesso, volevo far emergere la complessità della vita, fatta di tanti aspetti, sessualità e fisicità compresa.

Per il regista:
Ha scritto una biografia per sogni personaggio anche in questo film? La creatura marina perchè non ha un nome?

Si, ho scritto una biografia per tutti i personaggi del film, eccetto Elisa e la Creatura che non hanno una biografia.

La creatura non volevo avesse un nome, doveva essere qualcosa di estremamente “altro”. Per alcuni è una divinità per altri è qualcosa di “sporco” di orribile che arriva dal profondo sud. Per Elisa invece è un essere che la comprende, che ne sa leggere l’essenza più profonda. Sul set chiamavamo la creatura Charlie, ma solo a causa di una pubblicità di tonno particolarmente in voga in quel periodo.

 

Per il regista Del Toro:
The shape of water è un film con un forte impatto visivo. Volevo chiederle, visto che è autore della sceneggiatura oltre che regista, che controllo lascia sulla luce e sui colori ai suoi collaboratori?

La cosa più importante è definire le fondamenta visive del film prima dell’arrivo dei collaboratori, così da aprire una discussione ma con delle solide basi già definite. 

Avevo ingaggiatmo artisti che decidessero la palette dei colori ben prima di girare. Elisa per esempio, si caratterizza sempre per scolori colori subacquei intorno a se, verde e blu.

Nel film non è presente il rosso, tranne che in piccoli dettagli (un paio di scarpe ad esempio) fino a quando l’amore non irrompe di prepotenza nella narrazione. Quando si innamora Elisa (Sally Hawkins) cambia anche i colori e gli elementi visivi del suo ambiente.

Ho avuto la fortuna di lavorare con artisti del colore bravissimi, ma gli elementi visivi più importanti e i colori sono stati decisi prima del loro arrivo.

Per il regista:
Il film è ambientato nei primi anni 60, perchè questa scelta?

Il mito di “fare l’America nuovamente grande” è in gestazione dagli anni 60.

Il 1962 è stato un anno con tanti problemi che, in parte, dobbiamo affrontare ancora oggi: razzismo, sessismo, disuguaglianze sociali, classismo. Sono epoche collegate e allo stesso tempo con delle similitudini.

Per Del Toro:
Perchè la scelta di una favola per parlare di certi argomenti?

La favola è un ottimo modo per raggiungere gli adulti, emozionare e parlare di argomenti complessi ed importanti. 

Qaundo raccontiamo delle fiabe costringiamo l’adulto ad entrare in quell’universo, a farsi coinvolgere, ho preso ispirazione da molte favole per fare questo film in particolare dalla fiaba del Pesce magico.

Le favole sono nate in tempi difficili e complessi, quando la speranza sembrava perduta. Ho realizzato The Shape of Water come antidoto al cinismo.

A proposito di fiabe a che punto siamo con il suo progetto di girare un film sulla fiaba di Pinocchio…

Sto cercando il finanziamento oramai da 10 anni – risponde Del Toro – certo mi complico la vita, perchè voglio sempre fare film difficili, vorrei raccontare un Pinocchio antifascista durante l’ascesa al potere di Mussolini….

Anzi, se avete 35 milioni di euro da inveestire… sono qui…. possiamo iniziare a girare quando volete.

 

 

Marco Pini
Marco Pini
Marco Pini si occupa di Web marketing, sviluppo web e web 2.0 da più di un decennio

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