venerdì, Aprile 26, 2024

An di Naomi Kawase a Cannes 2015: l’incontro con l’autrice e il cast

Sentaro gestisce una piccola panetteria che produce i dorayaki, i noti dolcetti giapponesi riempiti con la crema dolce di fagioli rossi e chiamati “an”. Quando una vecchia signora chiamata Tokue si offre come aiuto in cucina, Sentaro accetta ma in modo molto riluttante. Tokue darò prova concreta di possedere un dono manuale particolare per la lavorazione dell'”an”, e proprio grazie alla sua ricetta segreta, la piccola attività comincerà a fiorire. Con il tempo, Sentaro e Tokue apriranno i loro cuori per rivelare le reciproche ferite, in particolare Tokue rivelerà di essere affetta da lebbra, un fenomeno che in giappone è stato affrontato per molto tempo come uno stigma.

È la sinossi dell’ultimo film della regista giapponese Naomi Kawase, presentato oggi a Cannes nella sezione Un certain regard, ed è l’ennesimo tentativo per la grande regista di rivelare quello che sottende i meccanismi della società, alla ricerca della vera essenza dell’esistenza, per lei “an” racconta dell’incontro tra due anime che si uniscono per superare gli ostacoli della vita. La gioia che si ricava dalla connessione con gli altri e con il mondo consente di apprezzare molto meglio i cambiamenti, ha detto la regista giapponese, proprio per questo attraverso “An” ha voluto rappresentare e sottolineare la gioia che emerge da questi particolari momenti.

Come ha raccontato in conferenza stampa a Cannes, l’idea per il film nasce in due momenti, il primo nel 2012 proprio qui in francia, al festival, quando l’attore principale di Hanezu, Durian Sukegawa aveva proposto alla regista la lettura del romanzo di Testuya Akikawa da cui è tratto il film. In un secondo momento sarà proprio Akikawa che chiederà alla Kawase di realizzarne un adattamento. Kirin Kiki, l’attrice principale, ha accettato il ruolo principale subito dopo. Per Naomi Kawase, la realizzazione di”An” è legata principalmente alla possibilità di tracciare quello che nella vita è invisibile, come in buona parte del suo cinema, per lei il cinema è il mezzo che “consente di costruire la realtà basandosi su quello che si vede, ma allo stesso tempo crea presenza intorno a ciò che nella vita stessa non riusciamo a scorgere“.

“An” a differenza di altri film della regista giapponese, si ambienta in un contesto urbano, ma la natura è un’essenza comunque presente, e assume un ruolo non dissimile da altri film della regista: “gli alberi di ciliegio non possono pronunciare alcuna parola” ha dichiarato la regista “ma ci accettano e ci riconoscono per quello che siamo

La Kawase ha lavorato in modo immersivo con gli attori, chiedendo a Masatoshi Nagase, che interpreta Sentaro, di provare lui stesso a vendere i dorayaki a clienti reali. Allo stesso modo, Kirin Kiki, che intepreta Tokue, ha imparato a lavorare l’an e ha continuato fino a quando non è diventata una vera esperta. In questo senso gli attori sono diventati autentici, tanto che gli stessi tecnici che lavoravano sul set hanno fatto di tutto per comportarsi come se fossero nella vita reale, gli stessi attori non sapevano quando venivano realmente filmati o meno.

Redazione IE Cinema
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