venerdì, Aprile 26, 2024

Cannes 2013, Blood Ties di Guillame Canet. L’incontro con la stampa.

Ѐ stato presentato fuori concorso al 66 Festival di Cannes, Blood Ties di Guillame Canet. L’attore/regista è al suo quarto lungometraggio dopo Mon Idole (2002), Tell No One (2006) e Little White Lies (2010). In Blood Ties, Canet racconta la storia di due fratelli che  nella Brooklyn degli anni ’70 si trovano agli antipodi, Chris (Clive Owen) è un delinquente mentre Frank (Billy Crudup) è un poliziotto. Tra rimorsi e una difficile relazione con la famiglia c’è spazio anche per la storia d’amore tra frank e la moglie di un criminale che ha spedito in carcere. Chris, passati dieci anni, esce di galera, cerca di rimettersi in carreggiata grazie anche al padre (James Caan) che lo aiuta trovandogli un nuovo lavoro, ma la stabilità non durerà molto, Chris comincerà di nuovo a fare affari con il crimine e bilancerà il suo menage tra la relazione con l’ex moglie (la cotillard) e una donna più giovane (Mila Kunis). Co sceneggiato insieme a James gray e fotografato da Christophe Offenstein, collaboratore assiduo di Canet, Blood Ties si svolge a New York nel 1954 ma è osservato con gli occhi di un autore degli anni ’70.

Presenti in conferenza stampa oltre al regista, gli interpreti Marion Cotillard, Zoe Saldana, Clive Owen, Billy Crudup e James Caan.

Guillaume Canet ha raccontato la genesi del suo film: “Quando Tell No One è uscito, ho ricevuto diverse offerte da vari produttori per fare un film in lingua inglese. Ero tentato, ma non mi sembrava giusto lavorare sotto la pressione di un grande studio. Così ho rifiutato queste proposte, per concentrarmi su un mio progetto personale. Mi sono ricordato di una meravigliosa sceneggiatura che avevo letto e ho pensato che avrei potuto trasportare la storia nella Brooklyn degli anni 70. Volevo personaggi forti, ma soprattutto ho voluto ricreare il tipo di cinema che mi ispira, come quello del primo Scorsese, Sidney Lumet, Sam Peckinpah e Jerry Shatzberg.”

Al leggendario James Cann è stato chiesto un suo ricordo sul cinema degli anni 70: “Sono stato fortunato a lavorare in quel periodo” – ha dichiarato l’attore – “penso che ad oggi non ci siano film del genere, perché vengono fatti tutti a Hollywood o comunque è tutto basato sul franchise”.

Canet ha scritto il film a quattro mani con James Gray:  “Dopo aver visto Tell No One, James Gray ha chiesto di incontrarmi” – ha raccontato Canet-  “Successivamente l’ho rivisto qui a Cannes, quando era membro della giuria. Gli ho detto che stavo cercando un aiuto per l’adattamento della storia e lui mi ha risposto che era la persona giusta per farlo. Sono rimasto colpito, perché non è il tipo che fa queste cose. Abbiamo lavorato insieme, per due settimane a Parigi, gli ho spiegato cosa volevo, i cambiamenti che volevo fare alla sceneggiatura originale”.

Il regista ha poi parlato delle difficoltà incontrate nel girare negli Stati Uniti: “Non potendo utilizzare la mia troupe, ho dovuto guadagnare la fiducia dei tecnici americani. Negli Stati Uniti le cose sono completamente diverse: non si possono girare scene dove si vuole senza previa autorizzazione; non si può parlare con le comparse. Ho sentito una mancanza di complicità con la troupe tecnica, ma allo stesso tempo ho sviluppato un bel rapporto con gli attori e questo mi ha rassicurato”.

 Clive Owen ha dichiarato che è stato Alfonso Cuarón (con cui l’attore aveva precedentemente lavorato in Children of Men) a suggerirgli di lavorare con Canet: “Cuarón mi ha chiamato dicendo, ti arriverà una sceneggiatura, è di Guillame Canet, è un regista fantastico. Ho letto lo script, mi è piaciuto molto ed è stata una decisione molto veloce, è stato facile accettare”.

Marion Cotillard è alla seconda collaborazione con Canet (la prima in Little White Lies): “Adoro lavorare con lui, ho ritrovato la stessa energia e la stessa fascinazione provata nel vederlo dirigere gli attori in Little White Lies”..

Per quanto riguarda la ricostruzione della New York anni 70, Canet ha dichiarato di aver fatto molte ricerche: “ho scoperto quanto sia diversa la città odierna rispetto a quella di allora. C’era immondizia dappertutto a quel tempo. C’è qualcosa circa l’atmosfera di allora che mi ha profondamente attratto”.

Redazione IE Cinema
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