giovedì, Dicembre 5, 2024

Venezia 72: la colonna sonora (originale) – una playlist aperta

Mentre il Soundtrack Stars Award, attivo da tre anni per individuare la miglior colonna sonora tra i film in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, assegna due premi, uno ad Apparat e Dustin O’Halloran per  la colonna sonora di Equals di Drake Doremus e l’altro alla selezione fatta per il film di Luca Guadagnino A Bigger Splash, costituita da musica di repertorio che dai Rolling Stones passa per Harry Nilsson arrivando fino alla musica di Verdi, la redazione di indie-eye propone una colonna sonora trasversale tra i brani individuati nei film di Venezia 72, con l’idea che se qualcuno di voi fosse rimasto folgorato da suoni che ci sono sfuggiti, può scrivere alla redazione e partecipare alla costruzione di questa playlist aperta.

Buon ascolto

Venezia 72 – la colonna sonora (originale)

  • Però mi vuole bene (Quartetto Cetra) dal film Per Amor Vostro di Giuseppe M. Gaudino.
    Valeria Golino l’ascolta sempre: ci gioca rifacendola con la lingua dei segni; la riproduce in macchina dall’impianto di Michele Migliaccio (Adriano Giannini) tra gioia e presagio.
  • Turning Time Around (Lou Reed)
    Il fantasma di Lou si percepisce lungo tutto Heart of a Dog di Laurie Anderson, mentre la sua voce arriva in coda, commovente e rivelatrice.
  • Jump into the fire (Harry Nilsson)
    In A Bigger Splash di Luca Guadagnino, oltre all’ossessione di Ralph Fiennes per i Rolling Stones e il suo racconto di un lavoro di produzione svolto per Voodoo Lounge (l’aneddoto del bidone dell’immondizia che sostituisce la batteria in Moon is up è assolutamente vero), compare per ben tre volte Jump into the fire, il brano più selvaggio di Nilsson Schmilsson, l’album che Harry Nilsson registra insieme a Richard Perry e che per Guadagnino rappresenta sicuramente il battito inesorabile del cuore.
  • Studio N. 5 Op 92 (Moritz Moszkowski)
    In Remember di Atom Egoyan, Christopher Plummer non riesce a ricordare le note dei brani che dovrebbero aver fatto parte del suo abituale repertorio, tra questi lo studio N. 5 del compositore ebreo polacco Moritz Moskowski.
  • Music to Watch Girls By (Andy Williams)
    Lolo di Julie Delpy si apre con una sequenza animata realizzata dal notevole Kadavre Exquis che ricorda in parte la follia di It’s a Mad Mad Mad Mad World, la title sequence ideata da Saul Bass per il film di Stanley Kramer. Per l’occasione, ci voleva la musica di un crooner come Andy Williams
  • Khyam Allami
    À peine j’ouvre les yeux della regista tunisina Leyla Bouzid si avvale della musica del multi strumentista iracheno Khyam Allami che per l’occasione ha scritto tutti i brani originali del film per essere interpretati da una band di cinque elementi costituita da attori e musicisti non professionisti. L’intenzione era quella di creare un ibrido tra la musica folk tradizionale della città di El Kef e un suono più vicino al rock di Patti Smith, Pj harvey e alle band che si sono servite anche di voci femminili come Stereolab e Sonic Youth. Su Spotify non si trovano ancora i brani della colonna sonora,  la cui pubblicazione è prevista per il 2016. Abbiamo quindi recuperato un brano di Khyam Allami tratto dal suo album Resonance/Dissonance per avvicinarci ai suoni di questo straordinario musicista.
  • Come Wonder with me (Hidden Highways)
    Jeff Alexander scrive Come Wonder With me per la voce Bonnie Beecher nei primi anni sessanta come brano centrale di un episodio di Twilight Zone con lo stesso titolo e diretto da Richard Donner. Nel film The Endless River di Oliver Hermanus la canzone ha una funzione chiave, ma la versione che il regista sudafricano ha scelto, è quella interpretata dagli Hidden Highways.
  • Slave (Rolling Stones)
    Nella ricca selezione di brani che è possibile ascoltare in Black Mass di Scott Cooper compare anche Slave, brano dei Rolling Stones tratto da Tatoo You
  • Chasing Sheep is best left to sheperds (Michael Nyman)
    La rielaborazione di un preludio dal King Arthur di Henry Purcell fatta da Michael Nyman per “I misteri del giardino di Compton House” di Peter Greenaway, compare anche in Marguerite di Xavier Giannoli, mentre la protagonista interpretata da Catherine Frot prova una serie di costumi di scena sotto la direzione del bizzarro Atos Pezzini.
  • Summertime (Janis Joplin)
    Tra i numerosi brani che si possono ascoltare in Janis – Little Girl Blue di Amy Berg Summertime occupa una posizione centrale, grazie ad un frammento di archivio filmato da D.A. Pennebaker che cattura le session di registrazione del brano insieme ai Big Brother & The Holding Company
  • When I am laid in earth (Henry Purcell)
    La musica di Purcell domina la parte conclusiva di Klezmer di Piotr Chrzan (segnalazione di Paola Di Giuseppe del 14-9-2015)
  • Oraçao Ao Tempo (Caetano Veloso)
    Nicolas Godin, meglio conosciuto come una delle teste pensanti degli AIR,  si è occupato delle musiche per Taj Mahal di Nicolas Saada, ma oltre alla colonna sonora originale, una ricca selezione di brani completa l’immagine sonora di questo film. Da Caetano Veloso a John Adams passando per Philip Glass, oltre ad alcuni estratti dalla colonna sonora del Mondo di Apu di Satyajit Ray. (Mauro Antonelli ci segnala il film per un brano di Nick Drake sui titoli di coda, ma non ci ha saputo dire il titolo – 14-9-2015)
  • Waiting for the miracle (Leonard Cohen)
    Ne L’attesa di Piero Messina, Fabio Marcon ci segnala la presenza del brano di Leonard Cohen (15-9-2015)
  • Sunny afternoon (Kinks)
    In El Clan di Pablo Trapero Fabio Marcon ci segnala la presenza del brano dei Kinks (15-09-2015)

Tra le tracce e i percorsi sonori che non siamo riusciti a trovare su Spotify, ci sono i brani di Scala & Kolacny per il film di Marco Bellocchio Sangue del Mio Sangue tra cui una cover di Nothing Else Matters dei Metallica; la bellissima colonna sonora di Scott Walker per The Childhood of a Leader di Brady Corbett, il notevole lavoro di intarsio tra Jazz ed elettronica di Lele Marchitelli per Italian Gangsters di Renato de Maria e sopratutto, il lavoro del grande compositore Paweł Mykietyn fatto per 11 minutes di Jerzy Skolimowski, drone music costituita da relitti, frammenti e schegge, come il film del maestro polacco.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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