venerdì, Aprile 26, 2024

5 bambole per la luna d’agosto – Piero Umiliani

Tra le ultime e rare (anche in senso qualitativo) ristampe Cinevox quella di 5 bambole per la luna d’agosto è sicuramente tra le più stimolanti, non solo per il recupero di un insieme di brani tra i più ispirati di Piero Umiliani ma anche per un’operazione di tipo filologico che per la prima volta include 34 tracce comparse in modo dissipativo attraverso le ristampe che negli anni si sono susseguite alla versione vinilica mono del 1970, costituita da 14 brani complessivi. Per il film di Mario Bava, Umiliani mette in piedi il suo mix di Jazz e musica d’intrattenimento in versione incendiaria, al di là della forma atmosferica, dei marchi di fabbrica tra “Mah Nah Mah Nah”, il supporto dei Cantori Moderni, il fischio di Alessandroni, Hammond e Fender Rhodes, il maestro Fiorentino si muove sugli stessi binari estremi ed astratti del regista Sanremese costruendo una tessitura sonora che in senso Kleistiano affonda un’atmosfera tragica in un contesto circense, o viceversa; come se fosse il maestro di cerimonie di un teatrino di marionette, Umiliani tira fuori dal cilindro divertimento, orrore, grand guignol e un senso minaccioso di astrazione. L’incedere prog-jazz della sezione ritmica, in diretta comunicazione con “Ti risveglierai con me”, la traccia 34 del cd che recupera il brano del Balletto di Bronzo scomparso da tutte le edizioni, viene geneticamente modificato dall’introduzione di strumenti e timbriche non convenzionali; tracce come “Bambola Omicida” e “Interludio Azzurro” rappresentano solo alcuni esempi; due estremi opposti, tra saturazione e sospensione, dove clavicembalo, arpa, piano, vengono comunque utilizzati per minare l’idea più diffusa di Lounge music. Umiliani esalta le differenze, la ripetizione spiraliforme ( la bellissima “Notte di luna # 2”), fa totalmente sua la lezione di Raymond Scott non dimenticandosi quindi ingengeria e architettura dei brani  e della musica d’intrattenimento mette in evidenza il gusto combinatorio e sperimentale, per intenderci non solo il senso del bizzarro che passa come (im)probabile forza attitudinale di questo tipo di scelte, quanto gli effetti visionari di un disorientamento prospettico; “The sound your eyes can follow” per l’appunto. Particolarmente perversa la riduzione circense e bandistica di  “Fantoccio grottesco”, la dirompente tempesta brasiliana di alcuni episodi, oppure brasile e india che si affacciano in modo straniante e defunzionalizzato (“Danza Citar Free” e la potentissima “Cinque Bambole # 7”); segni di un Umiliani meno conosciuto che si affaccia senza pudore e limitazioni in alcune librerie sonore o in capolavori estremi come Angeli Bianchi…Angeli Neri, infernale danza percussiva, non a caso appena successivo a 5 bambole.  Quello che rimane, al di là di quasiasi analisi, è la colonna sonora per un horror definitivo, un disorientamento sonoro e affettivo che esamina la paura e il grottesco quotidiano con un ghigno divertente e minaccioso.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker e un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana. È un critico cinematografico regolarmente iscritto al SNCCI. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e new media. Produce audiovisivi

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