27 Luglio 2007- concerto free dei Suicide al South Seaport Music festival, New York. Dj set di Richard Fearless (Death In Vegas), gruppo spalla The DeathSet.
Trend della serata, per entrambi i gruppi, quello di suonare su delle basi preregistrate, il che e’ equivalso a non suonare.
Puo’ andare bene per il giovane duo punk di Baltimora The DeathSet, che negli intervalli tra un pezzo e l’altro ha inserito classici della disco music e oldskool hip hop e hanno fatto ballare il pubblico, creando un’atmosfera da festa (alla Japanther), tanto cool che i commenti sono stati i soliti “great”, “awesome’ e – attenzione! – “sooo inspiring”.
Sono riuscita a distrarmi perche’ dalla prima fila sbirciavo il tendone di Martin Rev e Alan Vega… dopo pochi minuti eccoli sul palco: Rev in pantaloni da rally e occhialoni da sci; Vega non sembra molto in forma…
parte la prima base techno, suppongo uno dei loro pezzi piu’ recenti. Le parole di Vega sono contro le guerre in Afghanistan e in Iraq (forse questo il suo momento di massima espressivita’). Ho subito avvertito che i due non avevano nessuna intenzione di far rivivere lo spirito di morbosita’ e irriverenza che li contraddistingueva. Proseguono con dei classici dello storico album del ’77: Ghostrider, Dream Baby Dream, Cheree. Irriconoscibili, sia per via del suono orrendo di quelle basi, sia per l’esecuzione. Altro che riff martellanti e ossessivi: Rev si limita a dare di tanto in tanto dei pugni sul synth. Vega non sembra avere molta voglia di cantare… i Suicide con questo show pare abbiano volutamente inscenato una parodia di se stessi. Mi chiedo pero’ se ne sia valsa la pena… per un pugno di dollari poi?
Avrei preferito non andare al concerto e conservare un bel ricordo di una band che mi ha fatto sognare di cambiare il mondo e la mia vita, attraverso la musica. Gli ideali trasmessi dai pionieri dell’art rock & co. fanno ora posto alla disillusione… ma forse e’ questo il corso delle cose.
Suicide live al South Seaport Music Festival
