sabato, Luglio 27, 2024

J. Tillman – Vacilando Territory Blues (Bella Union – Cooperative Music – 2009)

Joshua Tillman, noto per essere batterista dei Fleet Foxes, porta avanti già da qualche anno un progetto solista, finora relegato su piccole etichette con minuscole tirature. Sfruttando l’onda del successo della sua band Vacilando Territory Blues esce invece su Bella Union, garantendosi così una maggior visibilità, più che meritata secondo quanto emerge dal suo ascolto. Ci troviamo di fronte a una serie di brani dalla semplice struttura tra il blues e il country, quasi tutti imperniati sulla chitarra e la voce dai toni tristi di Tillman, che, pur non discostandosi troppo da alcuni modelli, che vanno da Nick Drake fino a Jason Molina, riescono a colpire e restare impressi nella memoria. Sulla strada tracciata da tali maestri si pongono, come già accennato, buona parte delle canzoni, dalla spartana ma ugualmente emozionante First Born, con semplici inserti di cori che possono ricordare proprio i Fleet Foxes, fino alla conclusiva Vacilando Territory, che affronta il tema, già caro a più di una generazione di songwriter, dell’importanza del viaggio come esperienza slegata dal raggiungimento di una meta. Sulle stesse coordinate si trovano poi Vessels, dominata un’ottima prova vocale di Tillman, capace in questo caso di colpire dritto al cuore l’ascoltatore, la dolente e minimale Master’s House, la livida ed invernale Laborless Land e Above All Men, altro concentrato di emozioni.
Poche le occasioni in cui gli arrangiamenti si fanno più complessi: tra questi la prima ballata della serie, No Occasion, impreziosita da rarefatte note di pianoforte e da un malinconico sottofondo di archi, Steel On Steel, il pezzo più pop e solare (tenendo conto del mood generale del disco) e New Imperial Grand Blues, con chitarra elettrica e organo a alternarsi in chiaroscuri rock alla Neil Young e a mettere in secondo piano, per una volta, la voce di Tillman. Si meritano invece un discorso a parte i sette meravigliosi minuti di Barter Blues, che si muovono sul filo di un riuscito e quasi miracoloso equilibrio emozionale, un viaggio tra atmosfere desertiche e rarefatte con al centro ancora una volta il canto caldo e malinconico di Joshua, che qui raggiunge il suo picco.

J. Tillman in rete
J. Tillman su myspace

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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