Anche per la velocità con cui passano che non lascia di fatto il tempo perché siano metabolizzate criticamente.
Enzo: È proprio questa velocità che ci sta creando confusione; prima ascoltare un disco presupponeva una serie di comportamenti. Posso parlarti dell’esperienza del mio vissuto, di quando ero ragazzino e non sono nemmeno così vecchio da parlare da nostalgico. Per me significava andare a comprare Il Mucchio, il che, per me che venivo dalla provincia, voleva dire fare 40 minuti di treno, andare a Salerno per comprare Il Mucchio, leggere le recensioni, vedere quale disco mi intrigava, aspettare che uscisse, andare al negozio, ascoltarlo con le cuffie nel negozio, andare a casa di corsa, mangiarmelo e poi non vedere l’ora che ci fosse un concerto. Oggi, è tutto diverso. Oggi prima che esce il disco tu lo hai sul computer, e se hai un po’ di tempo magari puoi andare a vedertelo dal vivo. Prima era un legame più fisico, un rapporto più fisico con la musica.
Più che dedicare del tempo all’ascolto si tende ad incastrarla nei momenti vuoti o scarichi della giornata.
Ilaria: Diciamo che il rapporto con la musica era più fisico, nel senso che quando ascoltavi musica, ascoltavi musica e basta, adesso la senti e la puoi mischiare con tante altre cose. Spesso cammini per strada e vedi persone che ascoltano la musica distrattamente, per esempio in autobus con gli auricolari. Per me che vengo da un’adolescenza fatta in un’altra epoca, questa cosa non sarebbe stata possibile; se io ascoltavo il disco, lo facevo con il libretto in mano, guardando le foto, leggendo i testi. Se andavo in autobus, sentivo il rumore dell’autobus, dell’umanità, del mercato, della manifestazione; erano due cose distinte e separate. Adesso, questo modo di fruire la musica velocemente diventa anche molto superficiale.
Enzo: Ha un ciclo vitale più corto, tant’è che forse è il live a rimanere l’unico veicolo per avere un rapporto umano col pubblico.
Ilaria: Però il pubblico dei live, non è quello dei Toys o degli Zen Circus, è il pubblico che segue i live; quello che ieri era il pubblico che ascoltava i dischi, oggi è diventato il pubblico dei live che cerca in questo modo un rapporto più “fisico”.
Enzo: Questa velocità ha un po’ raffreddato l’aspetto emotivo e anche il live è diventato un esercizio di stile per chi lo fa meglio.
Ilaria: È diventato il modus vivendi dell’artista oggi. Evidentemente l’ascoltatore avverte la freddezza del supporto.