giovedì, Dicembre 5, 2024

…a toys orchestra, la foto Intervista @ indie-eye.it

Se si pensa a Job, il primo dei vostri album, la distanza è notevole, anche se preferirei parlare in termini di evoluzione piuttosto che maturità.

Enzo: Sono d’accordo, per come la vediamo noi maturità è una parola triste; se maturi sei arrivato, se sei arrivato dopo la maturazione devi marcire. Preferisco non essere mai maturo musicalmente, senza contare che è difficile penare quando sei in attività sei sei “maturo”, noi preferiamo essere sempre in movimento.

Ilaria: L’istinto, l’estemporaneità e il sentirsi sempre al primo capitolo di un progetto è fondamentale per trovare ispirazione e spunti. Se pensi di essere sempre all’inizio di qualcosa, allora hai veramente lo spunto per andare avanti e fare tanto.

In questo modo puoi agire e evitare il rischio dell’inazione, credo che si leghi molto a quanto hai scritto sulla tua chitarra (la speranza è una trappola ndr).

Enzo: Esatto, specialmente in questo momento storico; in cosa vuoi sperare ormai?

Penso ad esempio alla Sicilia e al movimento creato dall’Arsenale, non credete che si possa fare qualcosa di analogo ma su larga scala che coinvolga più regioni?

Enzo: Non per voler essere catastrofista, ma in questo momento storico l’Arsenale ha senso dove nasce, perché gli input sono lì; l’Italia sta vivendo un momento particolare, ai concerti c’è sempre un po’ meno gente, anche la musica ha un costo. Nei posti dove invece c’era poco, c’è ancora gente che ha fame e ancora deve arrivare ad ottenere quanto c’è qui, nel centro nord. Quindi in posti “aridi”, come la Sicilia o la Campania, c’è un entusiasmo che è molto vergine, perciò situazioni del genere diventano vive e meno logore rispetto a quello che in una situazione nazionale è un momento di passaggio.

Ilaria: L’Italia è veramente particolare in questo: pullula di offerte, è una nazione ricca di offerta musicale..

Enzo: Proposta più che offerta.

Ilaria: Diciamo anche che della speranza siamo un po’ tutti schiavi, ma non è detto che gli input non ci siano anzi, laddove le cose mancano la musica viene fuori di più. Dove c’è una carenza, anche di mezzi, l’inventiva viene in tua risposta.

Enzo: C’è un periodo di cambiamento anche per quanto riguarda il fruire la musica, fino a poco tempo fa la cosa più moderna sembrava il cd, oggi il cd rischia di rimanere obsoleto, non parliamo del vinile. E’ un momento in cui la musica è ascoltata al computer..

Ilaria: E noi capitiamo in quel momento di passaggio in cui le innovazioni vanno metabolizzate, ma è difficile.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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