Twomonkeys – Whatt? – la recensione

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Registrato a Brescia tra il 2014 e il 2015 WHATT? è il secondo album per TWOMONKEYS, il più vario e apolide grazie anche alla collaborazione tra il francese Francois Cambuzat alla chitarra, la voce del berlinese Chris Imler, la chitarra inconfondibile di Asso Stefana, ospiti di un progetto che con il lavoro di post produzione di Marta Salogni raggiunge una notevole maturità espressiva.

Glenn Banca, wave elettronica radicale, dancefloor hardcore anni novanta, sono gli ingredienti principali di questo lavoro che tende in tutto e per tutto ad offrire una versione tecnologica di certi tribalismi, reinventando l’estetica kraut attraverso una dimensione digitale. Al di là di questo, il risultato rimane ancorato alla wave anni ottanta e a certo post punk, dai Tuxedomoon ai Dali’s Car, senza per forza risultare derivativo, ma distillando da quelle esperienze tracciati e intuizioni che sono ancora efficaci.

Certo, una traccia come Up Rising, arricchita dalla chitarra di Asso Stefana, potrebbe provenire dritta dalle produzioni di Brown/Reininger dell’83, ma è in ogni caso una bellissima esperienza. Per il resto WHATT? mette insieme electro pop anni ottanta, l’esperienza di Nina Hagen, molto techno pop teutonico e persino l’elettronica della dimenticata Anne Clark.

Per chi non ha mai visto un film come Liquid Sky di Slava Tsukerman WHATT? potrebbe sembrare un delirante e bizzarro mostro sonoro, per chi lo ha visto, un sorprendente recupero di quelle atmosfere. Uno dei dischi più colti e meno allineati usciti negli ultimi anni, sarebbe un peccato non incontrarlo.

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