sabato, Luglio 27, 2024

Propaganda – Il video di Dr Mabuse diretto da Anton Corbijn: Gli Abba all’inferno

I Propaganda, Dr Mabuse e Anton Corbijn

Quando il Dj Chris Bohn fece ascoltare a Paul Morley la versione di Discipline dei Throbbing Gristle registrata da questo bizzarro e neo-nato gruppo di Düsseldorf, il giornalista di NME aveva appena fondato la ZTT insieme a Trevor Horn e a Jill Sinclair, consorte di quest’ultimo.
L’idea di Morley era molto più mitteleuropea rispetto al background pop di Horn che da poco aveva concluso l’esperienza Buggles.
Ralf Dörper, prima di formare i propaganda insieme ad Andreas Thein e alla vocalist Susanne Freytag, aveva militato nei Die Krupps di Bernward Malaka e Jürgen Engler, condividendo con quest’ultimo synth e programmazione.
Disziplin incontra le intenzioni iniziali di Morley nel modellare la Zang Tuum Tumb a partire da suggestioni techno/electro e industrial senza rinunciare a certe forme tra avant e synth pop; le resistenze di Horn si rivelano decise anche se da un certo punto di vista la creatività tecnico-concettuale dei Propaganda avrebbe potuto incontrare le ambizioni tecnologiche dei Sarm Studios.
Morley ha le idee chiare, un gruppo tedesco così esplicitamente retro-espressionista era perfetto come primo nome da mettere sotto contratto per il futuro roster della ZTT, perfetto per quella che riteneva dovesse essere la mission della label; la sua formazione post-punk gli consentiva di guardare lontano e di non tralasciare tutto l’amore per le avanguardie storiche, dal Serialismo al Dadaismo, senza rinunciare alle tentazioni più glamour del pop.
I Propaganda con l’aggiunta della cantante Claudia Brücken, avvenuta dopo la loro trasferta in Inghilterra, erano pronti a mitigare l’austero background post-Deutsch-Amerikanische Freundschaft in quella che lo stesso Morley ha definito più volte come una sintesi tra certa musica elettronica tedesca e le allora recentissime sperimentazioni proto hip-hop di Malcolm Mclaren

Per quanto la prima raccomandazione di Morley fossero proprio i Propaganda, questi firmarono il contratto con la ZTT poco dopo i Frankie Goes to Hollywood, perché sostanzialmente gli fu difficile convincere Trevor Horn a considerarli la scelta giusta da associare al lancio dell’etichetta.

La ZTT avrebbe assunto un’indentità del tutto particolare in ambito pop, scommettendo quindi sui Frankie, i Propaganda e gli Art of Noise, un abbozzo di roster con un’identità precisa e che trova un collante nei riferimenti culturali cari a Morley.
L’opposizione tra i colori e la sfrontatezza dei Frankie Goes to Hollywood e una certa propensione oscura dei Propaganda trova espressione nella produzione, più o meno parallela di “Relax” e “Dr. Mabuse” il primo singolo dei Propaganda ad uscire per la ZTT. In qualche modo il suono dei Propaganda risente delle idee post-punk di Morley e in contrasto di quella propensione magniloquente che caratterizza le produzioni di Horn, supportata dagli archi arrangiati da David Bedford.

Propaganda, Dr Mabuse – il video di Anton Corbijn

In quegli anni il fotografo olandese Anton Corbijn si era distinto per i suoi scatti in bianco e nero pubblicati su The Face, incarnando di fatto un’estetica che attingeva all’espressionismo rielaborato dalla cultura post-punk, contaminato con la vitalità della fotografia di strada.
Le prime clip dirette da Corbijn risentono di questo approccio, sopratutto quella diretta per gli Art of Noise (Beat Box) a metà tra vocazioni documentali e il New American Cinema di due decenni prima, mentre il video girato per i Palais Schaumburg (Hockey) gioca sulle strategie della fotografia still-life creando uno spazio immaginale e optical.

Corbijn viene chiamato per il video di Dr. Mabuse e per curare in generale l’immagine fotografica dei Propaganda, siamo alla vigilia della sua esplosione come videomaker con gli U2, prima di questo fortunato incontro realizzerà tre clip per l’esordio solista di David Sylvian.
Corbijn contribuisce quindi in modo determinante alla creazione di un’immagine pop, ma completamente calata in un mondo di ombre e riflessi desunti solo in parte dal cinema espressionista e da quelle stesse suggestioni transitate nella cultura anglofona.
Si tratta ovviamente di una delle numerose ri-mediazioni che il mondo del video musicale, unitamente a quello grafico, del design, della moda, del Cinema e dell’advertising dei primi anni ottanta, opererà sulle immagini degli anni trenta e quaranta, filtrate quasi sempre dalla fluorescenza dei monitor; bacino privilegiato per la costruzione di un vero e proprio spazio declinato al futuro anteriore.

Sean Young (Rachel, in Blade runner di Ridley Scott – 1982)
Il video Sono Io (Piccio Raffanini per i Matia Bazar, 1983)

Un contrasto fortissimo quello ricercato da Corbijn per i Propaganda, rispetto all’ossessione per i colori indicata dagli standard MTV coevi e opposta alla porno-promiscuità dei Frankie, per come appare nel video di Relax girato da Bernard Rose in un gay bar e prontamente censurato sia da MTV che dalla BBC.

L’etichetta “Abba in Hell”, applicata alla band tedesca da Alix Sharkey sulle pagine di Time Out arriva poco dopo la release ufficiale del video.

Corbijn ri-media alcune schegge dal film di Lang e le matrializza attraverso una proliferazione di schermi. Lontano dalla tentazione di operare una ricostruzione nostalgica di quelle atmosfere, il suo video non è distante dall’esplosione catodica del periodo e ben si adatta all’anima tecnologica della band di Dörper per come la interpreterà anche Zbigniew Rybczyński.

Ricorrono gli arti e le mani di Max Ernst ma anche quelle del minimalismo riduttivo di Herbert Bayer; fantasmi fatti di rumore bianco che fluttuano come in un’installazione dove le immagini trapassano, letteralmente, da uno schermo all’altro, con modalità più “suturate” e camuffate rispetto a quelle intuite da Bowie nella “diretta live” che disloca corpo e performance registrata nel 1979 insieme a Klaus Nomi per il SNL.

Dr. Mabuse è un continuo rincorrersi di forme, riflessi, repliche di immagini “trasmesse” da un media all’altro come il viaggio di un segnale tra due diversi ricevitori.

In questa battaglia tra lo schermo televisivo che tutto incorpora e i fantasmi di un immaginario precedente che rivelano la sostanza dell’innesto se non la stessa fluorescenza dello schermo, Corbijn chiude il video inserendo in forma parodica un riferimento alla sua stessa ritrattistica già riquadrata per il consumo televisivo; Abba all’inferno appunto.
Dr. Mabuse è allora, anche dal punto di vista visivo, uno dei rari interstizi in una rotazione videomusicale che diventerà regolata da parametri molto più angusti, come il brano dei Propaganda mantiene ancora le slabbrature di una fusione giocosa e selvaggia tra due statuti dell’immagine.

Tra questo brano e la produzion di “A secret Wish”, l’album della band tedesca, passerà ancora un anno, ma questa è un’altra storia.

 

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker, un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana e un Critico Cinematografico iscritto a SNCCI. Si occupa da anni di formazione e content management. È un esperto di storia del videoclip e del mondo Podcast, che ha affrontato in varie forme e format. Scrive anche di musica e colonne sonore. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.

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