giovedì, Dicembre 12, 2024

Adrané – Roipnol e Sambuca: contro ogni dipendenza, il videoclip e l’intervista

Andrea Cassetta è un musicista dalla lunga esperienza. Attivo dal 2004 e artefice di un rock sanguigno e fisico, realizza il suo primo singolo con il nuovo moniker Adrané. Il video di "Roipnol e Sambuca" lo ha realizzato lui insieme a Joy G. e ce lo racconta con un'intervista

Adrané è il moniker di Andrea Cassetta, artista attivo dal 2004, con tre album alle spalle e una serie di premi importanti ricevuti in contesti come Classic Rock e Rock Targato Italia. Apre il live dei Ministri al Monk nel 2016 e rientra nella playlist “Suono Loco” pubblicata su Spotify da Piero Pelù esattamente un anno fa, nel settembre del 2019.
Roipnol e Sambuca è il brano di debutto come Adrané, nuova identità artistica per Cassetta all’insegna di un pop-funk elettronico, fisico e d’impatto.
Oltre a scrivere la musica, Cassetta ha realizzato anche il videoclip che veicola il singolo, in collaborazione con Joy g.. Ormai sempre più frequente da parte dei musicisti la cura e lo sviluppo di tutti gli aspetti legati alla comunicazione visuale, dall’artwork degli album fino alla produzione del videoclip di riferimento. Ne abbiamo approfittato per farci raccontare le fasi di lavorazione di “Roipnol e Sambuca”


Ciao Andrea, benvenuto su indie-eye. Ci racconti come hai sviluppato in termini creativi e tecnici il video di “Roipnol e Sambuca”?


Per la realizzazione di questo video abbiamo pensato a qualcosa di semplice ma che risultasse comunque gradevole, ci siamo concentrati sulla fotografia e molto sulla fisicità di Adrané. Come avrete notato quasi tutte le inquadrature sono fisse tranne una carrellata iniziale, un po’ per scelta stilistica ed un po’ per esigenze logistiche. I set sono: una camera da letto, un garage e uno studio, abbiamo usato delle barre led in diverse posizioni sullo sfondo per dare un po’ di respiro e staccare il soggetto ed infine abbiamo giocato con diversi outfit.

C’è un mondo iconografico e visuale a cui ti sei ispirato in particolare?


Sono un amante di David Lynch anche se la sua influenza è più presente in altri miei lavori, per esempio quando lavoravo con il moniker di “Dove i pesci affogano”, in particolare capitolo 1: l’abisso e capitolo 2: L’inconscio, piuttosto che nel videoclip in oggetto.
Come regista di videoclip ammiro molto Floria Sigismondi, soprattutto i lavori realizzati per Marilyn Manson, White stripes, David Bowie e Christina Aguilera

Il corpo è aspetto fondamentale del video e del modo in cui ti poni. Restituisce infatti una forte fisicità non mediata né filtrata. È un aspetto che ti interessa?


Sono sempre stato attratto dal nudo artistico, ritengo che il corpo sia un potente mezzo per veicolare l’arte e che allo stesso tempo renda l’artista l’opera d’arte stessa. Nel caso del videoclip di Roipnol e sambuca volevo rappresentare, attraverso un corpo nudo e inerme, la vulnerabilità di chi cade nella rete delle dipendenze. E’ un brano autobiografico che parla della mia adolescenza; fortunatamente l’ho realizzato proprio quando stavo buttando via la mia vita, mentre la musica e il videomaking mi hanno aiutato ad uscirne. Oggi posso dire che sono stati anni sprecati che nessuno mi restituirà più, le droghe sono solo una perdita di tempo e non fanno altro che raddoppiare i tuoi problemi. Statene alla larga!

La realizzazione è stata influenzata dalle restrizioni del momento?


Direi di si, abbiamo appunto preferito girare tutto in interni o comunque in contesti privati. Sarebbe stato bello girare qualcosa nel quartiere in cui sono cresciuto, Tor Bella Monacaa Roma, magari proprio negli stessi luoghi in cui passavo le giornate da adolescente. In realtà a Tor bella monaca ho girato un altro videoclip come Andrea Cassetta, quello di Fuliggine nel 2018. Precisamente è ambientato nella stazione della metro C. E’ un video notturno, cupo, freddo e metropolitano che rappresenta in pieno la solitudine e l’abbandono di chi vive in una delle periferie più problematiche di Roma.

Donatella Bonato
Donatella Bonato
Veneta, appassionata di tutti quei suoni che alterano la percezione, si è laureata in storia dell'arte nel 2010 e alterna la scrittura critico-musicale al lavoro per alcune fondazioni storiche.

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