sabato, Luglio 27, 2024

Zoostat- Cancellature, il videoclip in CGI di Giulio Gaietto

Giulio Gaietto, metà del duo genovese Zoostat, realizza un bel video in CGI per veicolare Cancellature, estratto dal loro nuovo EP. Ne parliamo con il regista/animatore

Giulio Gaietto, metà degli Zoostat, ha realizzato tutto da solo il bel video di animazione CGI per “Cancellature”, estratto dall’EP di debutto del duo genovese.

Completamente autoprodotto, mantiene un bello spirito selvaggio che ricorda in parte quell’intersezione tra arte digitale e cultura visuale del secolo precedente, che attraversava certi video di transizione della fine degli anni ottanta. Cambiano le tecnologie, più a portata di mano, ma non cambia la voglia di giocare con le forme. Ispirato alla cultura e ai maestri del surrealismo oltre che agli anime di matrice cyberpunk, ce lo siamo fatti raccontare dallo stesso Giulio.

Nel video di “Cancellature” c’è un’idea molto forte che mette in crisi il principio di identità, puoi raccontarcela?

Cancellature procede mediante una serie di metafore sulle percezioni sensoriali. Nel brano facciamo riferimento a una verità sensoriale che si basa su un’inconsapevolezza di fondo, che a sua volta, indagata, mi porta a non sapere più chi sono, uno stato che può “far male” come dice la canzone. Nel presente inoltre siamo costantemente bombardati di stimoli e questo rende la confusione ancora maggiore.

Ecco, per rendere questa idea vi siete immaginati una realtà desunta da numerose influenze, rilette attraverso un’estetica digitale. Puoi parlarcene?

In questo scenario, il mondo che abbiamo immaginato per il videoclip è un mondo surreale che ci ha permesso anche di giocare con varie citazioni. Ci sono le lampade di arancia meccanica nella stanza di “Tina”, la robot protagonista del video, o molti riferimenti a Magritte e De Chirico, per citarne alcuni consci – ce ne saranno ancora di più inconsci probabilmente! Nel video tutto ruota attorno ai punti di vista: persone con la testa a televisore che guardano la televisione che a sua volta li osserva, e tutti vengono osservati da una palla che vola, ed infine lo spettatore dall’altra parte del video che osserva tutto questo e chissà, magari nel frattempo viene osservato lui stesso!

In termini estetici quali sono state le vostre principali ispirazioni?

Riguardo l’estetica, siamo partiti dal pezzo e dalle sue venature vintage, al di là del risultato fortemente elettronico. Quindi ci siano ispirati agli anni 60 e 70, per esempio la carta da parati optical e l’occhio come tema ricorrente del video. C’è quindi un’anima surrealista, ma anche alcuni riferimenti agli anime cyberpunk. Tutto nel video è pensato per essere fonte di simboli e metafore e nella maggior parte dei casi ogni oggetto sta raccontando una piccola storia, oppure offrendo spunto a una chiave di lettura diversa del video. La cosa che volevamo ottenere è che il video fosse “multistrato” e che quindi non ci fosse un solo modo di interpretarlo.

Giulio, da dove nasce il tuo interesse per l’arte visuale e il videomaking?

Sono appassionato di arte e di film di animazione, i miei studi si fermano al diploma di maturità, nessun studio specifico. Il video è stato fatto senza alcuna esperienza precedente, ho aperto per la prima volta un programma di modellazione a novembre (blender), e mi sono appassionato, tanto che sto preparando il videoclip per il prossimo brano degli Zoostat. Anche riguardo al montaggio, sono alla mia prima esperienza. Il mio background è quello di produzione musicale, che faccio da tanti anni, ma che poco ha a che vedere con quello da videomaker. Per quanto riguarda la produzione musicale ho uno studio di registrazione a Genova, “aperto”, si fa per dire – covid permettendo – da Marzo. Si chiama Studio77.

Tecniche e tempi di realizzazione del video?

Il video è stato realizzato in 2 mesi e mezzo, compreso tutto – iniziare ad imparare il programma, modellazione, animazione e montaggio. Ho usato Blender per modellare e animare e Davinci Resolve per montare le varie scene. Per quanto riguarda la tecnica, l’unica che conosco, non avendolo mai fatto prima, credo che sia una tecnica piuttosto classica, legata alla modellazione 3d e animazione in cgi con Blender.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker, un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana e un Critico Cinematografico iscritto a SNCCI. Si occupa da anni di formazione e content management. È un esperto di storia del videoclip e del mondo Podcast, che ha affrontato in varie forme e format. Scrive anche di musica e colonne sonore. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.

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