The Donkeys – Born With Stripes (Dead Oceans, 2011)

Terzo lavoro per la band di San Diego,  a circa tre anni di distanza dal precedente Living On The Other Side. Californiani fino al midollo, i quattro non fanno nulla per smentire le proprie origini neanche nel nuovo Born With Stripes: qui si respira infatti l’aria della West Coast più hippy, flower power e stonata. I riferimenti sono quindi quelli a cui già starete pensando voi: Buffalo Springfield, Grateful Dead, ed ovviamente i super citati The Byrds, per un country rock solidissimo come una lastra di piperino, che alterna momenti lisergici (Kaleidoscope) ad altri sporcati da giri rock’n’roll (la title track). Tale vena country primi anni ’70 è poi miscelata con un’indole indie rock che deve molto ai Pavement ultimo periodo (pensate a  Brighten The Corners) quelli meno sghembi ed aspri e maggiormente a loro agio con sonorità più pop e pacificate, e di conseguenza risultano essere altrettanto evidenti le similitudini con un gruppo come gli Shins, attualmente tra i rappresentanti più autorevoli del genere descritto. Quello che spicca è una buona vena melodica, sparsa su tutto l’arco del disco e mirabilmente espressa nella doppietta d’apertura (Don’t Know Who You Are – I Like The Way You Walk). Il problema è invece che questa discreta verve risulta alla fine essere un pochino piatta, priva cioè di quei guizzi che sono sempre dannatamente necessari, a maggior ragione in un genere come quello qui proposto. Degli onestissimi mestieranti, ecco cosa ci sembrano i Donkeys: il classico gruppo di seconda fascia dotato di un buon talento ma carente di vero genio. Ovvio che nella fascia di riferimento i nostri si trovino nelle prime posizioni: vedremo se in futuro si verificherà l’occasione di un salto di qualità.