domenica, Aprile 28, 2024

Gavin Friday (Rubyworks Records, 2011)

Difficile non sentirsi disorientati davanti ad un personaggio come Fionan Martin Hanvey in arte Gavin Friday. L’artista irlandese, classe 1959, fondatore dei Virgin Prunes, formazione di Dublino, nata a braccetto coi “cugini” U2, dopo aver pubblicato Shag Tobacco ben sedici anni fa, si è dedicato alle produzioni sonore cinematografiche, ( Romeo + Juliet”, “Angel Baby”, “ The Boxer” e “Disco Pigs. ) finendo poi col cedere alla tentazione recitativa, esordendo sul grande schermo in Breakfast on Pluto nel 2005. Nelle dinamiche dell’eclettico personaggio quale è Gavin, si scorgono le attitudini di un musicista empirico, dotato di uno straripante carisma, capace di figurare più realtà allo stesso tempo. Il suo ritorno è vissuto come una rinascita, non solo musicale, alla luce degli eventi drammatici che ha dovuto fronteggiare Friday, (la fine di un matrimonio, la scomparsa del padre, ed una malattia che lo ha segnato profondamente) lo vede pubblicare per la Rubyworks Records, Catholic, un concentrato di sospensioni musicali caratterizzati da un enfasi, quasi mistica, livellati da un tenore vocale caldo e viscerale, un set che si figura come un’autentica apologia del ritorno. S’incontrano tematiche di vita, dell’artista che si riscopre uomo, del suo abbandono alla spiritualità e di fraseggi romantici divenuti cinici col tempo. Le undici rivelazioni sembrano omaggiare la lunga amicizia tra il singer e Bono, musiche di un rock velato che lasciano spazio ad un’anima più pop, che non disdegnano atmosfere di un’elettronica che non esonda mai in campionature troppo corpose e stucchevoli. Il quasi bisbigliare di Land on the moon, a braccetto con toni addolciti e suadenti, ci consegna il caposaldo di Catholic, una confessione istintiva (il disco è nato in poco più di sei settimane) dove apprezzare l’immediatezza che si respira fra i brani. Difficile non scorgere l’intimità di Lord i’m coming, l’incisione che chiude la scaletta in modo autorevole, consegnandoci uno struggente inno, un duetto fra voce ed archi, che volgono in un vortice di sonorità tese ed evocative. Altro discorso invece per The Only One, che spicca per l’animo arioso e trascinante in pieno stile brit, vicino, più che mai, alle composizioni di Vox. In Perfume si delinea l’atteggiamento più rebel e Virgin Prunes del chanteur dublinese, l’unico scorcio new wave in un fondale discreto e riflessivo. Questo riconsegnarsi al pubblico, dopo una lunga pausa, risulta ben riuscito, una conferma del bagaglio sonico di un personaggio che ha attraversato più di vent’anni di storia musicale nei quali s’è dato, all’arte, in maniera totalizzante, celando caparbiamente la sua vera natura che, oggi prende forma in Catholic, il volgere definitivo verso l’eccezionale stato di grazia di Gavin Friday.

Gavin Friday su myspace

 

 

Paolo Pavone
Paolo Pavone
Paolo Pavone Vive, nasce, e cresce fra le risaie del nord italia, salvo una lunga parentesi nel regno unito. Torna per occuparsi, di giorno dell' arte e del design e di notte di musica e scrittura.

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