venerdì, Aprile 26, 2024

Bling Ring, L’incontro con Sofia Coppola: l’irrefrenabile mania di condividere in tempo reale

Come è stato accolto il film dalle celebrità?

Non lo so,non le sento e non le conosco. Ho avuto solo contatti con Paris Hilton (n.d.r. ha una parte nel film e ha consentito di effettuare le riprese nella sua casa). Il mio obiettivo era filtrare la storia attraverso gli occhi e le vicende dei ragazzi e prendere io stessa distanza dalle star.

 

In Italia siamo abituati a molteplici sistemi di allarme e sicurezza,è realmente così facile entrare nelle case di Los Angeles?

Sì, ma è una caratteristica tipica del quartiere delle star, si sentono in una comunità protetta. Fa parte dell’atteggiamento rilassato e cool della California, a New York ed in altre città è sicuramente diverso. Tuttavia so che Paris Hilton dopo i  molteplici furti non lascia più le chiavi sotto lo zerbino.

Come mai ha deciso di non usare i nomi veri dei ragazzi?

Sostanzialmente per due ragioni: da una parte per non renderli più famosi di quanto già non siano diventati, dall’altra perchè era nostra intenzione fare un film non un documentario. L’importante è che lo spettatore segua la loro storia pur mantenendo una sorta di distacco emotivo con i personaggi, legati tra loro non da veri valori, ma semplicemente dal desiderio di possedere gli abiti o gli accessori delle star idolatrate. Allo stesso modo mi auguro che lo spettatore non entri in intimità con loro.

 

Dall’innocenza dei protagonisti de “Il Giardino delle vergini suicide” agli spregiudicati adolescenti di “The Bling Ring”. Cosa è cambiato nel frattempo e dove pensa potranno arrivare le nuove generazioni?

Sicuramente si tratta di due epoche molto diverse: ne Il giardino delle vergini suicide racconto una storia basata sulla purezza e sull’innocenza,mentre qui ho voluto focalizzare la mia attenzione sulla cultura pop di alcuni adolescenti dei nostri giorni. Non so se questo aspetto della nostra cultura andrà avanti o vi sarà un cambio di rotta; sono molto curiosa, quale madre di due bambine piccole,di saperlo. Ai miei occhi la storia di Bling Ring appare surreale e fantascientifica, questi ragazzi assumono dei comportamenti inspiegabili e difficili da comprendere.

Come mai la scelta di far recitare Emma Watson nel ruolo dell’americana Nicky ed affiancarla a degli sconosciuti esordienti?

Ho pensato che Emma sarebbe stata perfetta nel ruolo di Nicky. E’ vero che ha uno spiccato accento inglese ed è molto diversa dal personaggio, ma ha fatto un provino che mi ha permesso di conoscerla davvero come attrice, dandomi un’idea di come avrebbe interpretato la parte. Quando ha deciso di fare il film sono rimasta molto colpita dalla sua trasformazione. Avrebbe potuto benissimo scivolare nella parodia ma, avendo preso molto sul serio il suo ruolo, è riuscita a renderlo reale. E’ stato fantastico osservare Emma e la sua trasformazione. Quanto agli altri protagonisti mi piaceva l’idea che avessero davvero 16 e 17 anni. Ho cercato di metterli a loro ago e farli uscire insieme il più possibile. In seguito abbiamo fatto un periodo di prove e una volta siamo anche entrati in casa di altre persone (ovviamente si trattava di miei amici complici), ci siamo penetrati di nascosto, una sorta di training per fargli interpretare al meglio i loro ruoli.

Vi è una sostanziale differenza stilistica rispetto al suo ultimo film, la narrazione è più lineare e le sequenze più brevi…Perché?

Perché funziona meglio per il materiale di partenza, che per me stabilisce sempre come devo girare un film. Inoltre dopo Somewhere volevo fare qualcosa che avesse un ritmo più veloce. Ma ci sono anche sequenze lunghe, come quella della casa vista dall’alto, con i due ragazzi che entrano ed escono da una stanza all’altra. Girare dalla collina è stata un’idea di Harris Savides, uno dei direttori della fotografia. Adoro quella sequenza e sono felice che Harris abbia insistito per farla, visto che stavamo cercando modi alternativi per mostrare le rapine.

The Bling Ring può servire da monito?

Credo che guardi alla nostra cultura e al fenomeno dei reality e a come queste cose abbiano influenzato questi giovani. Ho cercato di raccontare la storia in modo che lo spettatore possa guardarla dal punto di vista dei ragazzi, scoprendo quanto sia divertente ed eccitante, per poi alla fine assumere un’altra prospettiva e capire che loro si sono spinti davvero troppo oltre. Credo che il film sia una combinazione di glamour e di spirito critico e che, alla fine, sarà materia di riflessione per il pubblico.

Claudia Fratarcangeli
Claudia Fratarcangeli
Claudia Fratarcangeli, laureata in Storia e critica del cinema, ha studiato come attrice frequentando varie accademie private, recitato in diversi cortometraggi, film indipendenti, spettacoli teatrali.

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