sabato, Luglio 27, 2024

The Black Keys – Brothers (V2 Music, 2010)

Che disco! Magnetico. Denso. Viscerale. Messo da parte il vecchio produttore Danger Mouse per il più eterodosso Mike Neill, i The Black Keys spengono l’ennesima candelina con questo Brothers, latrato di un blues spurio, delizioso e mai domo nel suo restyling ciclico che, quando (come in questo caso) non è storpiato da indiscutibili vituperi, sa ancora essere amabile come un buon rosso d’annata. Suoni ruvidi, fisici, graffianti. È stata sufficiente però una calda brezza di valle a trascinare con se gli indomabili accenti di Muddy Waters e John Lee Hooker lungo le mille miglia che dividono Akron (sponda Ohio) dal delta altresì famoso (“colà dove tutto ebbe inizio”) tanto che, fischiettando Are We Not Men dei conterranei, fondamentali e redivivi Devo, le faccette nerds di Dan Auerbach e Patrick Carney, nella semioscurità della loro cantina, si sono ostinati ad ingrassare il blues elettrico dei Cream con la sessualità del voodobilly di Rock on the moon dei The Cramps, il guasto marcescente di Jon Spencer ed il ruffiano dei The White Stripes. Non i folti ricci dunque o le guancie carnose di un ugola di colore. E se l’iniziale Every Lasting Light incarna quel posticcio cassa dritta alla Moby, qui ben più vigoroso e purulento sulle ali di un affascinante falsetto, già la successiva Next Girl, ci riporta davvero al parallelo di New Orleans. Howling For You è rock’n’rolla, The Go Getter sinistra mentre She’s Long Gone e Black Mud torbido che puzza di sudore e devozione verso taluni semidei, ovviamente senza alcun delitto di lesa maestà. Too Afraid to Love è sporca, malaticcia, sofferta, un capolavoro che restituisce certe ballate kravitziane alla loro naturale propensione, mentre Ten Cent Pistol è compendio furto di atmosfere da pellicola pulp. Non mancano esperienze radio friendly come Sinister Kid, These Days o Tighten Up, che accordano un mainstream comunque dignitoso nell’economia di un lavoro che prosciughi come fosse acqua nel deserto. Che disco!

 

Francesco Cipriano
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Francesco Cipriano classe 1975, suona da molto tempo e scrive di musica.

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