GPL – Phoenix (Autoprodotto, 2012)

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Pestano come Mike Tyson tralasciando però il carisma di Ali o la classe di Foreman, hanno la cattiveria di Van Damme ma si scordano l’ironia di Mel Gibson o lo stile di Bruce Willis, cantano un disagio sociale più da hinterland milanese che da suburbia americana o città industriale inglese, deflagrano come il GPL di prima generazione, peccato per loro che oramai sia tornata di moda la bicicletta. Sono in quattro, vengono da Vigevano (provincia di pavia, terra degli Sforza e delle risaie), calcano i palchi dal 1999 (anche se con qualche pausa nel mezzo) e suonano un onesto HC melodico meno maccheronico di quello che si potrebbe immaginare. Tutto rigorosamente DIT proprio come vuole la tradizione. Provo per loro una sincera simpatia dato che mi fanno tornare alla mente gli anni spensierati del liceo quando passavo i pomeriggi ascoltando Pornoriviste, Derozer, Nofx e Pennywise. Il linguaggio non è aggiornato e forse è meglio non chiedersi perchè, conviene girare la testa mettersi le cuffie alzare il volume al massimo tirare su il cappuccio e per dieci minuti provare a scordare che questo cazzo di mondo ci sta mangiando l’anima.