giovedì, Maggio 2, 2024

Extra Life – Dream Seeds (Northern Spy – 2012)

Gli Extra Life, formati nel 2007 a Brooklyn dal cantante e tastierista Charlie Looker dopo aver abbandonato gli Zs, giungono con Dream Seeds al loro terzo album. Il gruppo – che, dopo alcuni campi di lineup, si presenta come trio, con Looker accompagnato dal chitarrista, violinista, nonché produttore del disco, Caley Monahon-Ward e dal batterista Nick Podgurski – non ha perso la voglia e il coraggio di mettere tanta carne al fuoco, continuando a proporre un mix di dark, industrial, suggestioni colte e operistiche, echi medievaleggianti al quale è stata appiccicata l’etichetta “Plague Pop”. Un ascolto superficiale non è sufficiente per penetrare il suddetto armamentario concettuale, qui applicato alla stesura di una sorta di concept sui temi dell’infanzia e del sogno, dispiegati nella loro dimensione filosofico/ontologica (“How can I raise you, my dream seed?/ …I can’t show you how to grow up/ A grown man is a thing corrupt” canta Looker in First Song) e immersi in un paesaggio malsano e violentemente onirico, zeppo d’immagini inquietanti. In questi casi sono d’obbligo le accuse di pretenziosità… ma in verità, gli Extra Life convincono.  Si comincia con la sepolcrale serenata al chiaro di luna di No Dreams Tonight, e col sincopato e magniloquente cerimoniale alla Bauhaus di Righteous Seed. Discipline For Edwin, coi suoi stop e ripartenze e il cantato plastico, ha un’impostazione da metal melodico, però con un sound spigoloso. I pochi, vellutati suoni di Little One e la disarticolata, ma “progressiva”, First Song – che mette in scena (è proprio il caso di dirlo) i King Crimson di Discipline – accompagnano un canto pieno di enfasi. Blinded Beast distilla un incubo/seduta di psicanalisi di quasi quindici minuti con cadenze da Panzer e un synth che assume il comando, reintroducendo una mai sopita teatralità. Nella conclusiva – e anch’essa molto lunga – Ten Year Teardrop succede un po’ di tutto. Fanno la loro comparsa nell’ordine: usuale atmosfera trasognata e oscura, cantato demente sfregiato da abrasive intromissioni elettroniche (qualcosa come i Today is the day con John Lydon alla voce), introspettivo momento di spoken words, chiusura in bellezza con gorgheggi canori. Dream Seeds non è certamente un disco facile e probabilmente presenta qualche lungaggine di troppo. In ogni caso, gli Extra Life – data l’ostinazione con la quale portano avanti un discorso musicale personale e poco accomodante, per non dire bizzarro – meritano senz’altro un ascolto attento.

Jacopo Golisano
Jacopo Golisano
Jacopo Golisano, classe 1986. Studia Filosofia e consegue la laurea triennale con una tesi su Alexis de Tocqueville. Diventa pubblicista. Appassionato di cinema, musica, letteratura, sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

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