venerdì, Maggio 3, 2024

Self-(un)Signed

unrooted.jpgAbbiamo già avuto modo di parlare della differenza sostanziale tra la categoria Unsigned e quella che ci è piaciuto battezzare come Self-signed. La prima è concetto già targhetizzato, carne da banchetto per magnifiche ossessioni mediatiche, una condizione che potrebbe preconizzare lo sfruttamento della creatività da parte del dispositivo reality o del gioco fieristico, premi inclusi. Self-signed al contrario ci sembra indicare una riappropriazione forte dei processi produttivi e distributivi, che vorrei ulteriormente aggiornare (cosi come la categoria di riferimento su Indie-eye) in Self-(un)Signed come margine di incertezza di una macchina di produzione del senso, soggetta a veloce smantellamento e riconfigurazione. Self-(un)Signed richiede molta abilità e capacità di adattamento al gioco virale; diffusione virabile e convertibile dalle aziende verso il basso. L’avversità nei confronti degli strumenti Web 2.0 al contrario è una forma di resistenza tutta Italiana nutrita da un rigurgito antimodernista e mormone che cerca disperatamente un senso in un territorio dove lo slittamento dello stesso è un glaucoma da accogliere nel proprio organismo senza troppe paure; vien voglia di applicare a questo cattolicesimo alcuni versi di Laurie Anderson rubati con spirito ludico e combinatorio

So hold me, Mom, in your long arms
. So hold me, Mom, in your long arms.
In your automatic arms. Your electronic arms.
In your arms.
So hold me, Mom, in your long arms.

Al di là dei gusti personali e dei giudizi articolati con il costumino da King of Censorship, sintomi come il re-direct di www.belladonna.tv verso il profilo myspace corrispondente sono l’esempio di uno sfruttamento dei mezzi dell’ICT di massa come una macchina del desiderio capace di generare fiducia/sfiducia nell’archeologia tradizionale del Web stesso; chi ha ancora bisogno di un grafico per un’home page “ufficiale” che possa frullare tra i motori di ricerca? chi trova tempo e necessità nel servirsi di un dominio se non come uno dei livelli di transito all’interno di un sistema multilayered fatto di rimandi, trackback, aggregazioni, disgiunzioni, labirinti?
Self-(un)Signed, un trucco dell’identità tatuato sul corpo della rete; far-sì (che) etichetta / produttore/ esecutore / autore (abitino) in una texture già mutata.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker, un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana e un Critico Cinematografico iscritto a SNCCI. Si occupa da anni di formazione e content management. È un esperto di storia del videoclip e del mondo Podcast, che ha affrontato in varie forme e format. Scrive anche di musica e colonne sonore. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.

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