venerdì, Aprile 19, 2024

The Replacements: l’anti-video di Bastards of Young

Tim, il terzo album dei The Replacements, compie oggi 35 anni. Bastards of Young, l'anti-video ideato da Paul Westerberg e compari nel 1985, potrebbe ancora ferire

All day, all night, all music video / Seen your video, that phony rock ‘n’ roll / We don’t want to know, seen your video / Your phony rock ‘n’ roll / We don’t want to know / We don’t want to know / We don’t (The Replacements – Seen Your Video, 1984)

Le restrizioni che MTV imponeva hanno storicamente orientato alcune delle tendenze principali della videomusica lungo un intero ventennio, ma non sempre la censura e le indicazioni stilistiche venivano per nuocere. Su queste pagine ci siamo divertiti a scovare quei videoclip che sono riusciti a far breccia nel sistema, rilevando alcune a-ritmie. Tra chi stava fuori e chi al contrario rimaneva dentro l’heavy rotation, si verificava talvolta un punctum capace di cambiare un paradigma e di indicare, anche trasversalmente, nuove modalità per forzare il mezzo.

Quanto The Replacements firmano con una major per la pubblicazione del loro terzo album, la prassi di promuovere le nuove uscite con un video musicale, stigmatizzata a chiare lettere con uno dei brani del precedente “Let it be“, diventa un obbligo anche per loro. La Sire Records gli impone la rotazione su MTV per spingere “Tim” e Paul Westerberg accontenta la label a modo suo.

Il disprezzo per tutte le macchine del consenso mediatico, inclusi gli show televisivi dove manifesteranno un’irriducibile insofferenza, spinge la band a compiere un gesto provocatorio e a realizzare la clip per “Bastards of Young” in bianco e nero e con un solo piano sequenza.
Il woofer di un diffusore stereo è in primo piano, vibra insieme ad uno degli anthem più amari e disillusi tra quelli scritti dal gruppo di minneapolis. Mentre le liriche procedono raccontando la morte del rock’n’roll e il futuro già compromesso, preparato dalle generazioni precedenti, la camera allarga il campo e mostra alcuni dettagli di un ascoltatore, probabilmente lo stesso Westerberg, seduto sul divano, collocato di fronte all’impianto. Fuma, si agita ed infine si alza per assestare un calcio pieno di rabbia e risentimento alla cassa dello stereo.


Il calcio non concretizza semplicemente il senso di disperazione, solitudine e alienazione che anima le liriche del brano, ma si piazza al lato dello schermo, come se ad esser fatto a pezzi fosse un apparecchio televisivo. Il segnale della cassa distrutta si sente per gli ultimi secondi del brano. Fine delle trasmissioni.

Visto allora, nella programmazione consueta di MTV, può aver creato una breccia irripetibile e ghermito qualche cuore, difficile ricostruire esattamente l’evento in termini di ricezione del fenomeno. Indiscutibilmente rappresenta una formidabile distanza dal videoclip come genere “regolato” da precisi parametri di natura industriale, non solo per la violenta pedata, ma anche per la ricerca impossibile di un tempo specifico per l’ascolto.

Quel tempo viene definito dallo spazio visivo, nella cornice consentita dallo schermo 4:3. Ecco che la distruzione della cornice che lo delimita, è il rifiuto dell’arena televisiva tutta, nel suo riquadrare la musica e il rituale stesso dell’ascolto. Un gesto punk, certamente, ma nella misura in cui il gesto stesso non può esser contenuto da quell’inquadratura. Westerberg o chiunque sia, esce di campo e lascia dietro di se uno scenario di detriti e feedback.

Il Rock’n’roll è incontenibile e la frammentazione visuale a cui lo sottopone la videomusica del tempo è inaccettabile per The Replacements.

Un aspetto di cui non parla nessuno, nella celebrazione a posteriori di un video diventato “leggendario”, è l’operazione situazionista di cui faceva parte. Le clip erano in realtà tre ed insieme a “Bastards of Young” c’erano anche “Left of the Dial” e “Hold My Life“. Tutte girate nella stessa location, tutte parte di una stessa serie, con lo stesso ascoltatore e quell’idea di tempo anti-televisivo di cui parlavamo, pienamente compiuta. Mentre “Left on the dial” sembra far parte del solito take di “Bastards of Young”, senza il calcio liberatorio”, “Hold My Life” è interamente a colori e rappresenta una vera e propria variante dell’idea principale. Westerberg è in piedi e cerca tra i dischi, gettandoli alla rinfusa, in bella vista l’allora recente “Topsy Turvy” degli Young Fresh Fellows. Appena trova una copia di “Tim” la mette sul piatto, riproduce “Hold My Life” ed esce di campo. Rientra un minuto dopo, per sedersi sul solito divano, fino al momento in cui si distenderà, mettendosi definitivamente a dormire. La videomusica distrae oppure può essere fruita distrattamente, la musica al contrario riempie uno spazio di vita in modo totalizzante.


A distanza di 35 anni, nel pieno della frammentazione e specializzazione molecolare dei contenuti, la clip di “Bastards of Young” si può vedere su youtube. Riemersa a partire dal 2009 sul canale ufficiale della Sire Records, ha capitalizzato quasi due milioni di visite. Una seconda vita che non ha niente a che vedere con la prima, ma che sul tempo dell’ascolto e quello della rete, potrebbe ancora funzionare come una finestra di vitale ferocia, se solo decidessimo di aprirla per chiudere gli schermi.

On demand?

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker, un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana e un Critico Cinematografico iscritto a SNCCI. Si occupa da anni di formazione e content management. È un esperto di storia del videoclip e del mondo Podcast, che ha affrontato in varie forme e format. Scrive anche di musica e colonne sonore. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.

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