domenica, Ottobre 13, 2024

BettiBarsantini: Alessandro Fiori e Marco Parente, THIS is pop

BettiBarsantini è un duo di culto formato da due cantautori di culto, Alessandro Fiori e Marco Parente, autori di due tra i migliori album di questo inizio decade, rispettivamente Questo dolce museo e La riproduzione dei fiori. BettiBarsantini probabilmente diventerà anche un disco di culto, il primo ufficiale dopo lunga attesa, fatta di incontri fugaci, qualche concerto e una serie di canzoni che ci hanno messo qualche anno per giungere alla loro forma finale.

Fiori e Parente hanno sempre amato giocare con la musica, il primo in modo più esplicito con i Mariposa e poi con i suoi dischi solisti, il secondo in maniera forse meno lampante ma comunque libera da sovrastrutture (vedi l’EP dello scorso anno Suite Love). I due continuano a giocare anche in questa occasione, coadiuvati da Asso Stefana alla produzione, mescolando la loro scrittura da cantautori con la C maiuscola a suoni pop raffinati ma non per questo non orecchiabili, legati al pop più intelligente degli anni Ottanta, dagli XTC ai Talk Talk, e non solo, vedi alla voce Magnetic Fields.

È così fin dal primo brano, Dissocial Network, con testo dissacrante e base elettronica dalla ritmica quadrata e un finale strumentale giocattoloso. Arriva poi Le parole, in cui sembrano emergere maggiormente la penna e le idee musicali di Fiori, un carillon appena screziato di elettronica, mentre nella successiva Amleto si intravede di più il mondo di Parente, con una melodia ariosa che culmina in un ritornello impreziosito dagli archi. Si continua così per i successivi sette brani, con i mondi di Alessandro e Marco che si compenetrano e si rincorrono, raggiungendo picchi di vera bellezza pop, come nello scontro tra le strofe solitarie e i ritornelli corali di Terza guerra mondiale, nell’aggressività grezza quasi punk di Puzza di sangue, nell’omaggio a Lucio Dalla del brano omonimo (forse la migliore canzone, se bisogna sceglierne una) o nell’atmosfera Talk Talk di Qualcuno avrà pur le idee chiare, prima della chiusura affidata a Buon compleanno (all’universo), concentrato di serenità, equilibrio e gusto musicale che ha quasi del miracoloso, come del resto tutto l’album.

Il consiglio, in questi mesi forieri di molte uscite italiane chiacchierate e alla moda, è quindi quello di non lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiello pop, che saprà conquistarvi dal primo ascolto. E magari diventerà qualcosa di più di un culto per pochi eletti.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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