David Bowie e la fake propaganda filorussa

Quando la propaganda separatista si inventò un ipotetico concerto di David Bowie nel Donetsk, a supporto del progetto Novorossiya. Era il settembre del 2014. "'til the 21st century lose"

1018

Lo scorso 26 Febbraio Duncan Jones ha risposto con sintetica chiarezza ad un tweet di Russia Today che sfruttava il riferimento al Major Tom di Space Oddity per paragonare la deriva nello spazio del mad astronaut bowiano, alla possibile deorbitazione della stazione spaziale internazionale come conseguenza dei rapporti sempre più difficili tra NASA e Roscosmos.

Il figlio di David Bowie ha prontamente risposto al network del governo russo con un messaggio sintetico e diretto: “Wrong song“. Ha quindi firmato la frase con tre emoji, costituite da due cuori con la bandiera Ucraina al centro. In calce, un estratto dalle liriche di Heroes, il brano concepito dal padre nel 1977, insieme a Robert Fripp e Brian Eno, all’ombra del muro di Berlino.

Non è la prima volta che il nome di David Bowie viene sfruttato illecitamente dall’informazione filorussa a scopi propagandistici. C’è un precedente non molto noto, legato alla guerra nel Donbas e che spiega in modo chiaro la produzione sistematica di false informazioni per creare hype e consenso intorno ad alcuni temi.

A partire dal settembre 2014, cominciano a circolare alcuni rumors di un possibile concerto di Bowie nel Donetsk, una delle due “repubbliche” filorusse in territorio ucraino. Il 3 settembre 2014 antifashist.com, sito d’informazione supportato dalle forze separatiste, diffonde la notizia unitamente ad una dichiarazione dell’artista inglese, ipoteticamente rilasciata al quotidiano britannico Daily Telegraph, dove Bowie si sarebbe esplicitamente espresso a favore della Nuova Russia: “Mi inchino di fronte al coraggio e alla voglia di libertà dei cittadini dell’Ucraina orientale. Stanno davvero combattendo per la loro indipendenza contro la cosiddetta “democrazia” occidentale”, completamente falsa e marcia. Si, è possibile che non sia al sicuro in quel contesto, ma credetemi, sogno di diventare un eroe, almeno per un giorno“.

L’estratto comincia a circolare tra alcuni siti assimilabili alle posizioni di Antifashist, creando il consueto collante di supporto che si appoggia a blog di dubbia provenienza come 444anna e metanymous, contando anche sul rilancio di The Professor Blog, il portale fondato dal Professor Marcello Vittorio Ferrada de Noli, accademico cileno residente in Svezia, che più recentemente e a sue spese ha tentato una diffusione del vaccino Sputnik in territorio italiano. La news sul sito di De Noli è stata rimossa, ma era stata segnalata a suo tempo da un articolo specifico su Stopfake.org.
La totale assenza di un’intervista concessa da Bowie al Daily Telegraph, tra l’altro in un periodo in cui notoriamente l’artista inglese non rilasciava dichiarazioni pubbliche da almeno dieci anni, era sufficiente per confinare le sciocchezze di Antifashist sul piano di una propaganda scellerata e priva di scrupoli.

Il rilancio della Fake News pubblicata da Antifashist su 444anna.livejournal.com

Bowie, non saliva sul palco dal maggio 2007, quando aveva introdotto l’attore comico Ricky Gervais al Madison Square Garden, cantando in una versione a cappella Little Fat Man, il brano scritto ed eseguito dal musicista inglese per una puntata di Extras, la serie BBC ideata e interpretata dallo stesso Gervais. Prima di questa apparizione, se si esclude la partecipazione del 2006 al Black Ball Fundraiser con tre brani eseguiti live all’Hammersmith Ballroom e altre brevissime apparizioni, l’ultimo tour effettivo era quello a supporto di Reality, introdotto nel 2003, anno di pubblicazione dell’album, e sospeso con la data tedesca del 25 giugno 2004 a Scheeßel, in seguito alle complicazioni cardiache sopraggiunte già due giorni prima durante il concerto di Praga, interrotto bruscamente per un principio di infarto.

Del resto, il penultimo album dell’artista inglese, The Next Day, era uscito il marzo del 2013 dopo un silenzio durato dieci anni e con modalità promozionali veicolate completamente in rete. Tutto questo senza alcuna intenzione di accompagnarne il flusso con un ripristino dell’attività pubblica. Un mese dopo la diffusione delle fake news pubblicate da alcuni canali filorussi, la Parlophone pubblica la raccolta di successi Nothing has Changed, che include l’unico inedito composto per l’occasione, quella Sue (Or in a Season of Crime), brano bellissimo ed enigmatico che tra i numerosi riferimenti letterari, ne contiene alcuni possibili sull’inizio della battaglia più dura per Bowie, quella contro il cancro.

Il legame di David Bowie con l’Ucraina è casomai di altra natura. Giova ricordare a questo proposito la genesi di Time Will Crawl e di When The Wind Blows, entrambe concepite ai Mountain Studio di Montreaux, in Svizzera, mentre sullo sfondo avveniva il disastro di Chernobyl. Le tracce di quella tragedia risuonano ancora nelle liriche del brano più visionario di Never Let Me down.

‘til the 21st century lose

(Foto dell’articolo: Photobra|Adam Bielawski, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)