domenica, Aprile 28, 2024

Schall & Schnabel: arte pop e video musica nell’era digitale, l’intervista

[English Version]

Schall & Schnabel è uno studio multidisciplinare fondato da Eileen Huhn and Pierre Horn che ha intensificato la sua attività negli ultimi cinque anni, lavorando per importanti brand, riviste di moda, musicisti e gallerie d’arte. Schall & Schnabel  bilanciano il proprio lavoro tra ambiti più commerciali e contesti vicini all’arte contemporanea, senza mai abdicare ai loro principi creativi, animati da un’incessante ricerca tra materia e digitale, visione e influenze pittoriche.
Proprio per questo i loro videoclip, oltre all’invenzione di un mondo pop bizzarro e divertente, sollecitano, entro la cornice astratta, una dimensione realistica e perturbante indirizzata alla coscienza attiva dello spettatore.

Dopo uno dei loro lavori più belli, il video di Boyfriend realizzato per Confidence Man, abbiamo pensato di intervistarli per farci raccontare dalla loro viva voce, il percorso creativo di una delle coppie più originali del momento nel campo delle arti visuali.

Prima di tutto volevo congratularmi con voi per il lavoro che avete svolto sul video di “Boyfriend” per “Confidence Man”. Davvero un incredibile pezzo d’arte visuale. Per un attimo ho pensato ad una versione incazzata del “Superstar” di Todd Haynes. C’è una connessione possibile?

Grazie davvero per le tue parole! Onestamente non avevamo mai sentito parlare del film prima che tu ce ne parlassi, sarebbe stata un’influenza davvero notevole ma dal nostro punto di vista, dopo aver finito quello per Confidence Man, abbiamo pensato al video di Black Hole Sun dei Soundgarden, anche perché tristemente, Chris Cornell era morto più o meno in quegli stessi giorni

L’idea di utilizzare la bambola “Ken” è vostra o ne avete discusso con la band?

Abbiamo discusso più di un’idea con loro, buona parte di queste aveva un sottotesto sessuale, fino a quando non è arrivata l’idea definitiva, ma era una delle tante. Siamo rimasti davvero stupefatti che l’etichetta e la band abbiano poi scelto questo filone dove mostravamo loro una lunga lista con tutti i metodi attraverso i quali si poteva sciogliere, distruggere, spiaccicare una bambola “Ken”. In questo modo sarebbero stati in grado di scartare le forme di massacro troppo brutali o che avrebbero potuto provocare una qualche forma di censura. Ma ci hanno comunque detto di rappresentare uno spirito cattivo e provocatorio, perché riponevano la massima fiducia nel nostro lavoro. Da questo punto di vista non c’è stato molto da discutere.

Tagliuzzare, bruciare, smembrare, uccidere un’icona del maschio Alfa nasconde una sorta di affermazione femminista?

Il massacro dell’uomo o come in questo caso: il massacro di una bambola maschio-alfa non rappresenta davvero un manifesto femminista, o forse si? In ogni caso non era nelle nostre intenzioni lavorare con questo sentimento. Volevamo semplicemente stare vicini al brano, evidenziare il testo della canzone. Ma se vuoi interpretarla così, è assolutamente possibile.

Ecco, ma quello che è davvero davvero interessante nel video, sono gli oggetti. Tutti oggetti casalinghi legati ai lavori di casa. Una scelta deliberata immagino, come mai?

In realtà si pensava anche di introdurre una pressa idraulica o dell’azoto liquido. L’unico oggetto che non può essere comprato tranquillamente in un negozio di casalinghi è il laser utilizzato alla fine del video. Alla fine abbiamo scelto gli oggetti che vedi nel video per far sembrare il tutto molto giocoso e anche se questo pone le basi per un contesto pop, colorato e molto artificiale, volevamo che tutto sembrasse assolutamente realistico.

Confidence Man, il video di Boyfriend diretto da Schall & Schnabel

Boyfriend, il ken torturato nel video di  Schall & Schnabel, leggi l’approfondimento su indie-eye

Infatti il set è stupefacente e sopratutto il modo in cui i colori di sfondo cambiano in base agli oggetti. È una fantasia pop e ottica. L’Optical art è un’ispirazione possibile per il vostro lavoro, non solo per questo, ma più in generale?

Anche se dobbiamo ammettere la ricorrenza di motivi che appartengono all’optical art, come l’utilizzo prismatico dell’immagine, gli effetti caleidoscopici e le rifrazioni geometriche, non siamo così dentro l’idea dell’Optical Art in se stessa. Questo video in particolare è maggiormente ispirato ad uno stile pubblicitario che combina un incubo plastificato, la Pop Art e la fotografia still-life.

Ma Boyfriend è anche il vostro lavoro più fisico tra i video che avete realizzato. In particolare mi sembra che i vostri video del passato fossero spesso degli esperimenti sul concetto di inquadratura ri-mediata, sui riflessi, gli schermi. Qui c’è più materia e mi chiedo se sia più importante adesso per voi o semplicemente il segnale di una nuova direzione…

Beh,  l’estetica dovrebbe sempre essere modellata sul concetto e quindi essere al servizio del contenuto di un manufatto. Siamo ancora molto coinvolti con la sperimentazione sui livelli, i riflessi, le tecniche analogiche e digitali e la commistione di diversi materiali, ma ciò che conta è adattare il risultato

La materia è anche al centro di “Miss you”, il video che avete girato per James Hersey. Soprattutto alla fine dove la materia pittorica si fonde e invade la cornice dell’inquadratura. Un approccio molto interessante, vicino alla video pittura. Che cosa ne pensate e soprattutto quanto è importante la dimensione pittorica nel vostro lavoro?

Ha cominciato ad essere più importante per noi dal momento in cui abbiamo cominciato ad occuparci di fotografia. La pittura ci influenza nella nostra concezione delle luci e nelle tecniche di distorsione e manipolazione. Nel caso di “Miss you” volevamo proprio lavorare con una metafora: quella dell’impossibilità di “dipingere” un’esatta immagine della persona che desideri. L’amore scorre dalle nostre mani come vernice versata. Eravamo molto attratti da questo look analogico su un video sostanzialmente digitale. 

Miss you di James Hersey, il video ufficiale diretto da Schall & Schnabel

Materia o visione, occhio o corpo?

Preferiamo la visione. Preferiamo l’occhio rispetto al corpo, ma ci interessa sperimentare la materia come forma impattante sulla visione. Alcuni dei nostri lavori sono il risultato di una sperimentazione che impiega materiali e metodi differenti. Talvolta è uno scambio tra un’idea vaga e l’incertezza del risultato che procede da un’idea.

Mi pare che ancora la materia sia il centro della video installazione che avete intitolato “i need a break from shining”. Tutto si fonde, come cera. Plastica, corpi, materia organica e inorganica e spazio digitale. Quello che si sperimenta sembra vicino alla perdita della nostra percezione corporea in una società trans-mediale. Vi dice qualcosa?

Si! è una descrizione accuratissima dell’installazione. Il personaggio di fantasia principale che è al centro della stessa, Ovid, rompe la quarta parete e parla direttamente con lo spettatore sulla sua personale percezione. La sua giornata, nel post di un “Vlog” finzionale, è interrotta da interferenze digitali, un tutorial su come liberarsi degli altri all’interno del tuo monitor, allineato con voci alienate e testi. Ovid si dissolve nella meditazione visiva, si fonde e si ricompone di nuovo, riflettendo la sua personale percezione e la percezione che gli altri hanno di lui. Insieme a Lucas Gutierrez, un artista audiovisivo, e con Darwin Stapel, il nostro attore principale, abbiamo creato tutto il concetto che gravita intorno all’installazione, che è un riflessione sullo stato dell’arte dell’interazione umana, nell’era digitale. 

I need a break from shining, video installazione di Schall & Schnabel

La luce. Mi sembra un elemento altrettanto importante nei vostri video. Quelli fatti per Sarah P. per esempio sono fantasie luminose. Come si svolge il vostro lavoro sul set con le luci reali e i corpi, e come interagite in post produzione per alterare l’unità della visione?

Sperimentiamo moltissimo con le proiezioni e con oggetti specifici che creiamo e sviluppiamo per distorcere le immagini e i video. È da molto che lo facciamo e non stiamo perdendo interesse in questa forma. La post produzione è un modo per esagerare ed esacerbare questa stessa sperimentazione.

Sarah P. Golden Deer (feat. Hiras) – act 1, il video ufficiale di Schall & Schnabel

Ancora Optical Art, scusate se insisto. Quella storica e quella psichedelica sull’immagine. I sessanta vi hanno influenzato?

Ti dobbiamo dire di no. Siamo influenzati da artisti molto diversi tra di loro e in varie direzioni. James Turrell ma anche Olafur Eliasson e il loro lavoro sulla luce e gli oggetti ottici. Possiamo citarti anche video artisti come Andrew Thomas Huang e Jonathan Glazer. E naturalmente, Wes Anderson

Schwung & Schleife Vol. 2 di Schall & Schnabel

Oggetti, La serie Schwung & Schleife.  Potete raccontarci l’idea che c’era dietro quei video? Mi è sembrata molto vicino al modo in cui trattate gli oggetti di uso comune nel video di Boyfriend…

Schwung & Schleife, che può essere tradotto come “impulso e ciclo” è legato ad una serie di miniature GIF semplici e surreali, accompagnate da brevi poesie recitate in tedesco. L’idea era quella di creare qualcosa che stabilisse una sorta di narrazione nell’ambito ristretto del formato Graphics Interchange per poi riprodurre tutto in loop. Proviene dal nostro primo video realizzato in stop motion per i Delta Q che abbiamo realizzato due anni fa. 

Delta Q – Ode (An die Freude) – video ufficiale

Everyone’s talking sempre per James Hersey è un incredibile ritratto della società digitale. La nostra abilità di interagire con cornici e schermi e l’incapacità di comunicare correttamente. Potete parlarci di questo video e dell’idea creativa che contiene?

Grazie per le belle parole. L’idea per il video di Everyone’s talking è scaturita dai testi e in particolare dall’inciso: “But everyone’s talking now / Everyone’s talking / Everyone’s got their own / Words of unpaid advice / Everyone else knows how / Everyone’s talking / How it could be right this time / But could it be right this time?” (n.d.r.  Ma tutti parlano adesso, ogni persona parla, ognuno ha da dire la sua, consigli gratuiti, tutti sanno come, tutti parlano, come potrebbe essere giusto questa volta, ma potrebbe esser giusto questa volta?). Sono parole che ci hanno restituito immediatamente l’idea del disimpegno che sembra regolare tutte le interazioni amorose nell’era digitale. Per quanto ci siano molti elementi digitali nel video, abbiamo messo insieme idee ed immagini con un approccio analogico per la sovrabbondanza di commenti, consigli e dispositivi che determinano il nostro pensiero e le nostre azioni. Il video dovrebbe anche illustrare quanto siamo diventati dipendenti dai servizi digitali, dai “likes” e dalla partecipazione degli altri nelle nostre vite.

James Hersey – Everyone’s Talking, il video ufficiale di Schall & Schnabel

Cosa pensate dei video musicali di oggi? Cosa vi interessa in particolare e cosa non vi interessa del mercato che ci gira intorno?

Anche se forse manca di impatto, se lo paragoni a quello che accadeva nei novanta, quando la video musica in televisione era un evento, il video musicale è ancora un formato breve affascinante che consente ai creatori di sperimentare con una certa libertà. Non sono interessanti quei video musicali che sembrano esser stati fatti milioni di volte, in virtù della loro struttura, per il plot o per quelle pose che ricorrono, basate su certi stereotipi visuali. Ma se consentiamo ai registi, ai produttori e agli artisti di sperimentare e innovare senza alcuna restrizione imposta dai valori di mercato che regolano la musica, si possono creare grandi cose. Ci piacciono molto i video musicali basati su concetti divertenti e intelligenti e abbiamo un vero e proprio debole per l’animazione 3D

I vostri studi e il vostro primo approccio con questo lavoro, e soprattutto la prima volta che avete pensato a Schall & Schnabel come ad un concetto

Eileen: Io ho studiato Visual Design all’Università di scienze applicate ed economia a Berlino e il mio lavoro di laurea aveva già un approccio concettuale.
Pierre: Ho studiato filosofia e letteratura.

Il mix di questi differenti background ci ha spinto a focalizzare in modo specifico certi concetti visuali. Abbiamo cominciato lavorando come fotografi cinque anni fa per riviste e brand di vario tipo, principalmente nel campo della moda. Ma ci siamo sempre riferiti a “Schall & Schnabel” come ad un’etichetta che ci consenta di tirar fuori dal lavoro la ricerca visuale e l’applicazione di tecniche eterogenee. La maggior parte del tempo la impieghiamo alternando lavori più strettamente artistici ad altri di impostazione commerciale. Quando troviamo del tempo libero da entrambi i lavori, lo impieghiamo per sperimentare e cercare nuovi impulsi e metodi per portare avanti le nostre idee.

Progetti per il futuro nel campo del video musicale?

Attualmente stiamo lavorando al secondo video per i Confidence Man. Sarà pubblicato tra la fine di settembre e i primi di ottobre e sarà ancora una volta folle e divertente. Dopo ci piacerebbe continuare con le installazione e con i video con un approccio più oscuro. Ma vedremo, intanto grazie per l’intervista! 

Grazie a voi! 

[perfectpullquote align=”full” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Indie eye è la prima testata in Italia ad occuparsi di Videoclip  dalla parte di chi li realizza. Registi, colorist, montatori, creativi, grafici, animatori, figure totalmente assenti dai comunicati stampa dei PR di settore e dalla stampa musicale del paese, ferma ancora all’idea che un video musicale sia veicolo e non oggetto d’arte. Indie-eye cambia radicalmente un paradigma con la rubrica dedicata ai videoclip e grazie alla media partnership con Rocca Rolla, il primo festival italiano completamente online dedicato ai videoclip che sarà lanciato prossimamente[/perfectpullquote]

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è un videomaker, un Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana e un Critico Cinematografico iscritto a SNCCI. Si occupa da anni di formazione e content management. È un esperto di storia del videoclip e del mondo Podcast, che ha affrontato in varie forme e format. Scrive anche di musica e colonne sonore. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.

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